Page 425 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 425
424 ENRJCO BOSCARDI
Alle 10.00 del 10 settembre il tenente colonnello Giaccone, accom-
pagnato dal capitano Vincenzo Leonelli e dal tenente T orini si reca di nuovo
a Tivoli per comunicare al Comando tedesco l'accettazione di Carboni.
Ma alle 10.30 compare Kesselring che comunica la definitiva proposta
tedesca, "riveduta e corretta" su pressione di Berlino, materializzata in
un documento già firmato dal generale W estphall e di cui si richiede la
firma italiana entro ristrettissimi limiti di tempo. Si discute fino alle 11.00.
Si tratta di prendere o lasciare. Se per le 16.00 (mancano appena cinque
ore) il documento non sarà accettato nella sua integrità, senza modifiche
di sorta, e firmato dalla parte italiana, verranno interrotti gli acquedotti
che alimentano la città e Roma sarà bombardata. Ma, quali erano le mo-
difiche? Dal punto di vista formale nel documento definitivo tedesco la
"città aperta" non era mai nominata, anche se era implicita nel fatto che
"il comandante italiano della piazza di Roma" avrebbe avuto a disposi-
zione, per l'ordine pubblico, le forze di polizia italiane e tre battaglioni
senza artiglierie.
La "città aperta" era anch'essa implicita nel senso che non vi sareb-
bero entrate truppe tedesche mentre erano esplicitamente elencate le ecce-
zioni: ambasciata germanica, centrale telefonica del Viminale ed EIAR.
Esplicito era, invece, l'impegno di non trarre in prigionia i militari
italiani dislocati 50 km. a nord e a sud di Roma.
Sostanziale modifica, invece, era quella che al comandante italiano
2
della piazza di Roma sarebbe stato affiancato un comandante tedesco.< 9)
Quello che era nato come un "accordo", si trasforma in un "ultimatum".
Il tenente colonnello Giaccone avverte Calvi a Tivoli di portarsi subito
a Roma, e direttamente si reca a Palazzo Caprara, sede del Comando del
C.A.M. ove giunge alle 12.00. Il generale Carboni è assente. Informato
telefonicamente da Giaccone del documento da controfirmare e delle mo-
difiche apportate dai tedeschi, dichiara di non accettare e intima di inter-
rompere le trattative. Giaccone risponde che avrebbe provveduto a co-
municare la sua decisione alla parte germanica ma che, data l'importanza
e la gravità del problema, desidera consegnare a lui il documento, ed avere
una conferma scritta, o almeno verbale, all'ordine impartito per telefono.
Carboni riflette e considerando che a questo punto la cosa è effettivamen-
te grave, ordina a Giaccone di passare a prendere ordini dal generale
(29) Il comandante tedesco che sarà affiancato al comandante italiano sarà il generale
Stahel.
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 424 03/03/16 17:06