Page 491 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 491
488 MARCO CUZZI
Il nuovo Stato nacque dunque con la volontà di esorcizzare dalla me-
moria storica dei fascisti tre date. L'otto settembre, anzitutto, la cui vergo-
gna sarebbe dovuta essere cancellata con una rinnovata alleanza all'Asse.
Quindi il venticinque luglio, data del tradimento interno, una colpa da
espiare con l'esemplare punizione dei membri del Gran Consiglio che ave-
vano votato l'ordine del giorno Grandi e di tutti quei fascisti che a v eva no
avallato tali scelte. Infine, il 28 ottobre 1922, una data certo non da di-
menticare dal punto di vista iconografico - se non addirittura liturgico
- come apice della "Rivoluzione fascista". Il ventotto ottobre sarebbe do-
vuto essere cancellato nel suo significato di accordo e compromesso defi-
nitivo con l'Istituzione monarchica e con il grande Capitale, di abbandono
di tutte quelle velleità socialisteggianti e repubblicane delle origini, di chiu-
sura dell'intera fase "movimentista" delle Squadre d'azione. Da quella data
il Fascismo-movimento si era trasformato in Fascismo-regime, struttura
parallela al complesso burocratico industriale-militare legato alla Corona
e posta sostanzialmente in difesa dell'ordinamento capitalistico tradizio-
nale. Quei vent'anni di Regime sotto il simbolo congiunto dello Stemma
sabaudo e del Fascio littorio sarebbero stati citati - talvolta benevolmen-
te - dal solo Mussolini, quasi che il Duce fosse ansioso di dimostrare
la giustezza di una scelta compromissoria dettata dalle contingenze di al-
lora. Ma gli altri esponenti della RSI, a cominciare da Pavolini (il "pic-
colo Robespierre", la "figura tragica di invasato" secondo Cione)< 20 >
avrebbero citato il Ventennio soltanto marginalmente, preferendo colle-
garsi idealmente all919-1922 quasi alla ricerca di una seconda giovinezza.
Respinti con odio tanto l'istituzione monarchica quanto l'ordinamento
capitalistico, la scelta dei neofascisti non poté che essere repubblicana e in
qualche modo "socialista". La Repubblica fascista, sociale, rivoluzionaria del
Nord- attingendo dal patrimonio ideale di Piazza San Sepolcro- si sa-
rebbe contrapposta come "Stato di popolo" al Regno del Sud, conservatore
ed autoritario che gli esponenti di Salò consideravano privo di un concreto
consenso popolare. Una scelta di campo, quella decisa dai leader della
RSI che non sarebbe stata indolore. Diversi furono i casi di vecchi e convinti
fascisti che, piccoli proprietari di terre o imprese, rifiutarono di sposare un
programma tanto ardito: un esempio per tutti fu Leandro Arpinati, che
(20) E. Cione, Storia della Repubblica Sociale Italiana, Latinità, Roma, 1951, p. 129·130.
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 488 03/03/16 17:09

