Page 496 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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PRESUPPOSTI  SOCIALI  ED  ORGANIZZATIVI  DELLA  R.S.I.            493

               lin ha saputo fare  del comunismo un ideale patriottico.  I bolscevici com-
               battono come diavoli!". Pur respingendo il pluralismo e l'abbandono del-
               l'idea, il Duce non rifiutava tuttavia un coinvolgimento degli avversari di
               ieri: "Il non rinunciare a sé stessi non significa escludere gli italiani degni
               di questo  nome dal compito disperato che ci  siamo oggi  assunti,  per di-
               fendere  il  Paese e  ricostruire la  Nazione.  No,  non  chiediamo a  nessuno
               di essere fascista;  chiediamo a tutti di essere italiani (. .. ).  Le  masse hanno
               bisogno di un ideale che le  soddisfi:  come gli  uomini singoli.  Al  vecchio
               mondo dei privilegi e delle caste noi sostituiremo lo Stato del Lavoro, con
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               la L maiuscola!" .<3 l  All'indomani del Congresso di Verona, Mussolini ri-
               badiva a Dolfin il suo scetticismo: "Il desiderio smodato di libertà, di cri-
               tica, ( ... ) ha invaso di sacro furore elettoralistico tanta brava gente. Torniamo
               così in pieno carnevale democratico! Ciò potrebbe anche essere divertente
               e salutare, in tempi normali, ma in questo momento la  palese confusione
               delle lingue non potrà che essere un serio motivo per ritardare la  nostra
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               ripresa".<3 l  Il  6  dicembre,  il  Duce emanò di conseguenza  una Circolare
               a  tutti  i  capi delle  Provincie:  "I diciotto  punti  del  Partito  (il  Manifesto
               di Verona - NdA) e le  discussioni sulla Costituente costituiscono materia
               di indubbio interesse, ma a patto che non si  pretenda di risollevare come
               toccasana il feticcio dell'elettoralismo, di cui già il popolo ha abbondante-
               mente sperimentato il malefico influsso nel ciclo storico conclusosi ventu-
               no anni or sono. (. .. ) Colui che si affanna a nascondere la parola fascismo
               con la  parola repubblica,  domani sarà pronto a  nascondere la  parola re-
               pubblica con la parola monarchia. ( ... ) Da venti sette anni i centonovanta
               milioni di russi non leggono che un giornale e non ascoltano che una ra-
               dio. Sembra che questa severa dietetica radiogiornalistica non abbia fatto
               troppo male alla salute pubblica e morale del popolo moscovita. Chiama-
               te  i  responsabili  della  stampa  e  leggete  quanto  sopra". (38)
                    L'intervento di Mussolini venne ispirato anche dalla terza e più forte
               componente di Salò,  quella  che  Ciane definisce sprezzantemente  "gerar-
               chista"  ,<39)  il  cui leader ric:.'onosciuto  ed acclamato era il Segretario del PFR


               (36)  Ibidem,  p.  55.
               (3 7)  Ibidem,  p.  88.
               (38)  "Circolari", in: E. e D. Susmel (a cura di), Opera omnia di Mussolini,  cit., p. 234-235 .
                   Queste continue citazioni, quasi piene d'ammirazione,  di Stalin e dell'Unione So-
                   vietica da parte del Duce sono riportate anche dal Dolfin; accanto ai già citati mo-
                   delli turco e statunitense, Mussolini affiancava, e volentieri, il modello sovietico (G.
                   Dolfin,  Con  Mussolini  nella  tragedia,  cit.,  p.  109).
               (39)  E.  Cione,  Storia  della  Repubblica  Sociale  Italiana,  cit.,  p.  131.








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