Page 498 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 498
PRESUPPOSTI SOCIALI ED ORGANIZZATIVI DELLA R.S.I. 495
L'ufficiosità delle affermazioni del Duce si presta ad alcune conside-
razioni. A parte la già citata Circolare contro i liberali, Mussolini si man-
tenne sostanzialmente al di fuori del dibattito, riservando i suoi sfoghi al
Dolfin, ed evitando di risolvere le contraddizioni di fondo insite nella RSI.
Egli, come scrive Alfassio Grimaldi "non ha piu trent'anni per mettersi
a recitare la parte del barricadiero. Si è abituato a fare l'uomo di Stato:
a tenersi in equilibrio tra il Partito e la Società, l'Esercito e la Confindu-
4
stria, la Monarchia ed il Vaticano" .<3l Il Duce sarebbe rimasto dunque
il vertice e la bilancia di Salò, l'unico punto di contatto tra le diverse ani-
me, i cui esponenti, da Ciane a Pini sino a Pavolini, sarebbero stati sem-
pre ricevuti dal vecchio Capo riconosciuto, avrebbero attestato tutti la loro
fedeltà e sarebbero stati congedati da un Mussolini di volta in volta socia-
lista, democratico o intransigente. Le contraddizioni dello Stato erano in-
site nella figura stessa di chi lo presiedeva.
Il perdurare del dibattito e la notevole confusione ideologica che ne
seguiva convinse i dirigenti di Salò a convocare rapidamente un Congres-
so Nazionale del neocostiuito Partito fascista. L'Assemblea Nazionale del
PFR, tenutasi nel Castelvecchio di Verona il 14 novembre, non diede pe-
rò quella sintesi da tanti auspicata. Il congresso si risolse, come osserva
44
il Deakin, in un "confuso dibattito tra generazioni", < l cioè tra anziani
squadristi e giovani entusiasti, tra fanatici e moderati, tra militari deside-
rosi di ritrovare una dignità che sembrava essersi perduta in settembre
e vecchi funzionari di Partito in cerca di una sistemazione. Come scrisse
l'ambasciatore Rahn nella sua relazione inviata a Berlino, i congressisti
"invece di discutere, hanno messo mano alle armi". <45)
Divisi sulle idee, i congressisti si trovarono uniti nel richiedere a gran
voce la punizione dei traditori del 2 5 luglio, a cominciare dall' odiatissimo
Galeazzo Ciano, e di tutti i fascisti che a vari livelli avevano "tradito la
causa". La platea, ormai incandescente, reclamò giustizia sommaria, sen-
za attendere l'insediamento degli organismi giudiziari. Questi ultimi era-
no il Tribunale Straordinario Speciale e i Tribunali Straordinari Provinciali,
organismi che erano stati costituiti con un Decreto legge dell' 11 novem-
bre. Mentre il primo organismo avrebbe dovuto giudicare i membri del
(43) U. Alfassio Grimaldi, "Sotto la bandiera di Salò", in: Storia Illustrata nr. 200, luglio
1974, p. 31.
(44) F. W . Deakin, Storia della Repubblica di Salò, Einaudi, Torino, 1963, p. 618.
(45) N. Cospiro - H. W . Neulen, Salò-Berlino: l'alleanza difficile, cit., p. 62.
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 495 03/03/16 17:10

