Page 494 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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PRESUPPOSTI SOCIALI ED ORGANIZZATIVI DELLA R.S.I. 491
introduttiva alla prima riunione del Governo il 27 settembre, "sarà unita-
ria nel campo politico e decentrata in quello amministrativo e ( ... ) avrà
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un pronunciatissimo contenuto sociale". <9) Le posizioni di Mussolini sul
futuro assetto della RSI si sarebbero infine perfezionate in una nota della
"Corrispondenza repubblicana" del 23 novembre: "Libertà di critica e
controllo sugli atti della pubblica amministrazione; libera scelta quinquen-
nale del capo dello Stato; piena indipendenza della Magistratura e precisa
determinazione dei poteri di polizia; elezioni popolari dei rappresentanti
della Camera; libertà e diritto al lavoro; rispetto e tutela della proprietà
privata che non tenda allo sfruttamento del lavoro; smantellamento del
capitalismo e dellatifondismo; immissione del controllo e degli interessi
dei lavoratori con conseguente ripartizione degli utili in tutte le aziende,
anche statali; libera azione del sindacato". OO)
Veniva dunque abbracciata un'idea generica di "democrazia control-
lata", particolarmente attenta alle questioni sociali, nella quale il Lavora-
tore avrebbe dovuto ricoprire una funzione attiva in campo economico
ed avrebbe avuto un forte potere d'interdizione nella sfera più propria-
mente politica. Il dibattito istituzionale, che sarebbe durato per tutti i sei-
cento giorni di Salò senza approdare a nulla, si risolse a livello politico
in una profonda lacerazione all'interno del Partito e tra i ceti intellettuali
che avevano entusiasticamente aderito ai principi repubblicano-sociali.
A sinistra un gruppo molto attivo di giovani sindacalisti (come Ugo
Manunta, futuro Direttore Generale per la Socializzazione presso il Mini-
stero del lavoro della RSI) e di intellettuali con un passato di blando anti-
fascismo (come il crociano Edmondo Ciane) spingeva affinché i presupposti
sociali anticapitalistici del nuovo Stato venissero rapidamente applicati,
trasformandosi nelle colonne portanti di uno Stato del Lavoro dai contor-
ni socialistoidi. Dalla fase "riformista" del Fascismo si sarebbe dovuto pas-
sare a quella rivoluzionaria, senza più alcuna forma di compromesso.
Favorevole al coinvolgimento nel progetto di esponenti dell'antifascismo
non comunista, come il vecchio giornalista socialista Carlo Silvestri, che
chiese ed ottenne un incontro con Mussolini,<30 questa sinistra "sindaca-
lista" si dimostrava comunque refrattaria a qualsiasi pluralismo all'in-
(29) E. Cione, Storia della Repubblica Sociale Italiana, cit., p. 132.
(30) "Note della Corrispondenza repubblicana" , in: E. e D. Susmel (a cura di), Opera
omnia di Benito Mussolini, vol. XXXII, cit., p. 272.
(31) G. Dolfin, Con Mussolini nella tragedia, Garzanti, Milano, 1949, p. 54.
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