Page 501 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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capo dell'esecutivo), ma, attribuendo allo stesso la prerogativa di nomina
dei singoli membri del Governo, chiudeva definitivamente il dibattito sul
ruolo d' "interdizione" della Camera proposto dai liberali. Inoltre, la ge-
nerica citazione di "elezioni popolari" non chiariva in alcun modo il
meccanismo che si voleva adottare: non compariva ad esempio nessun ri-
ferimento alla richiesta di suffragio universale e voto alle donne ed ai di-
ciottenni inserita nel programma di San Sepolcro. Le richieste di maggiore
democrazia all'interno del Partito venivano disattese con l'ultimo comma
del quarto punto: le elezioni degli organi dirigenti dei Fasci (ovvero gli
organismi periferici) nel PFR sarebbero dovute essere ratificate dal Diret-
torio Nazionale. Il carattere èlitario del Fascismo veniva quindi riconfer-
mato, con buona pace della sinistra. L'unica organizzazione politica
riconosciuta nella RSI sarebbe stato il Partito Fascista Repubblicano, ma
si sanciva la non obbligatorietà dell'iscrizione. I punti sesto e settimo, che
concludevano la parte dedicata all'ordinamento istituzionale, denotavano
un'evidente contraddizione. Il punto sesto, pur ribadendo che la religione
della RSI era la cattolica apostolica romana, riconosceva e rispettava ogni
altro culto. Il punto successivo tuttavia dichiarava che "gli appartenenti
alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a
nazionalità nemica".<SS) Tale affermazione viene giustificata da Ciane co-
me una "concessione all'alleata Germania"; (56) in ogni caso il punto set-
timo fu ben accolto dagli antisemiti del gruppo di Giovanni Preziosi, amico
di Alfred Rosenberg e strenuo difensore della superiorità della razza aria-
na sugli israeliti. L'enunciazione trovò applicazione immediata nella pro-
posta di Pavolini - suggerita da Rahn ed entusiasticamente approvata
dall'assise di Verona - di sequestrare il "capitale ebraico" per aiutare
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i lavoratori colpiti dai bombardamenti.<S l Estremamente generica e ridotta
appariva la seconda parte del Programma, dedicata alla politica estera.
Il punto ottavo faceva riferimento all'unità, all'indipendenza ed all'inte-
grità territoriale d'Italia e considerava necessario il riconoscimento di un
generico "spazio vitale" per la Nazione. Il periodo si sarebbe dovuto con-
cludere con una frase assai meno vaga: "nella cornice dei confini stabiliti
dalla natura e che sono stati dati dalle Alpi al mare grazie ai martiri e
alla Storia", ma Rahn chiese ed ottenne la cancellazione di un richiamo
(55) Ibidem, p. 121.
(56) E. Cio ne, Storia della Repubblica Sociale Italiana, ci t., p. 13 7.
(57) N . Cospito - H. W. Neulen, Salò-Berlino: l'alleanza difficile, ci t ., p. 63.
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