Page 501 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 501

498                                                        MARCO  CUZZI

               capo dell'esecutivo), ma, attribuendo allo stesso la prerogativa di nomina
               dei singoli membri del Governo, chiudeva definitivamente il dibattito sul
               ruolo d' "interdizione" della Camera proposto dai liberali. Inoltre, la ge-
               nerica  citazione  di  "elezioni  popolari"  non  chiariva  in  alcun  modo  il
               meccanismo che si voleva adottare: non compariva ad esempio nessun ri-
               ferimento alla richiesta di suffragio universale e voto alle donne ed ai di-
               ciottenni inserita nel programma di San Sepolcro. Le richieste di maggiore
               democrazia all'interno del Partito venivano disattese con l'ultimo comma
               del quarto punto:  le  elezioni  degli  organi dirigenti  dei  Fasci (ovvero gli
               organismi periferici) nel PFR sarebbero dovute essere ratificate dal Diret-
               torio Nazionale. Il carattere èlitario del Fascismo veniva quindi riconfer-
               mato,  con  buona  pace  della  sinistra.  L'unica  organizzazione  politica
               riconosciuta nella RSI sarebbe stato il Partito Fascista Repubblicano, ma
               si sanciva la non obbligatorietà dell'iscrizione. I punti sesto e settimo, che
               concludevano la parte dedicata all'ordinamento istituzionale, denotavano
               un'evidente contraddizione. Il punto sesto, pur ribadendo che la religione
               della RSI era la cattolica apostolica romana, riconosceva e rispettava ogni
               altro culto. Il punto successivo tuttavia dichiarava che "gli appartenenti
               alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a
               nazionalità nemica".<SS) Tale affermazione viene giustificata da Ciane co-
               me una "concessione all'alleata Germania"; (56)  in ogni caso il punto set-
               timo fu ben accolto dagli antisemiti del gruppo di Giovanni Preziosi, amico
               di Alfred Rosenberg e strenuo difensore della superiorità della razza aria-
               na sugli israeliti. L'enunciazione trovò applicazione immediata nella pro-
               posta di Pavolini -  suggerita da Rahn ed entusiasticamente approvata
               dall'assise  di Verona -  di sequestrare il  "capitale ebraico"  per aiutare
                                                    7
               i lavoratori colpiti dai bombardamenti.<S l Estremamente generica e ridotta
               appariva la  seconda parte del Programma, dedicata alla  politica  estera.
               Il  punto ottavo faceva  riferimento all'unità, all'indipendenza ed all'inte-
               grità territoriale d'Italia e considerava necessario il riconoscimento di un
               generico "spazio vitale" per la Nazione. Il periodo si sarebbe dovuto con-
               cludere con una frase assai meno vaga: "nella cornice dei confini stabiliti
               dalla  natura e  che  sono  stati  dati  dalle  Alpi  al  mare grazie ai  martiri  e
               alla Storia", ma Rahn chiese ed ottenne la cancellazione di  un richiamo


               (55)  Ibidem,  p.  121.
               (56)  E.  Cio ne,  Storia  della  Repubblica  Sociale  Italiana,  ci t.,  p.  13 7.
               (57)  N .  Cospito - H.  W.  Neulen,  Salò-Berlino:  l'alleanza  difficile,  ci t .,  p.  63.









   I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd   498                                                 03/03/16   17:10
   496   497   498   499   500   501   502   503   504   505   506