Page 503 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                    "Base della Repubblica Sociale e suo oggetto primario il lavoro, ma-
                                                                      62
               nuale,  tecnico,  intellettuale,  in ogni sua  manifestazione". < > Con questa
               enunciazione si apriva la parte più interessante ed approfondita del Ma-
               nifesto di Verona, quella dedicata al futuro ordinamento sociale del nuo-
               vo  Stato.  Epurap.dolo  dalle  connotazioni  classiste  tipiche  dell'ideologia
               marxista,  e  aggiungendo  alla  tradizionale  prestazione di  manodopera  il
               lavoro concettuale, la RSI,  come scrisse Cione celebrava il Lavoro come
               "fondamentale categoria  politica" <63>  e,  liberato  dallo  "sfruttamento ca-
               pitalistico", lo poneva non più come oggetto ma come soggetto dell'eco-
               nomia.<64> Il punto successivo, pur garantendo la proprietà privata, frutto
               di lavoro e di risparmio, ne limitava l'azione: "Essa non deve però diven-
               tare disgregatrice della personalità fisica  e morale di altri  uomini,  attra-
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               verso  lo  sfruttamento  del  loro  lavoro".<6 > Implicitamente  si  poneva  lo
               Stato come supremo garante della libertà dei lavoratori, come correttore
               degli eccessi !iberisti delle tradizionali società liberaldemocratiche e capi-
               taliste. L'interventismo statale non era previsto solo in materia sociale, ma
               anche nell'ambito prettamente economico e produttivo: nel punto undice-
               simo si  ribadiva  un concetto già espresso  durante il Ventennio,  ricono-
               scendo  il  controllo  dello  Stato,  diretto  o  mediante  enti  parastatali  (ad
               esempio, l'Iri), di tutto ciò che dal punto di vista economico era di inte-
               resse collettivo (sfruttamento delle materie prime, energia, pubblici servi-
               zi, industrie belliche). Con il punto dodicesimo, si giungeva all'enunciazione
               fondamentale del Manifesto e si passava dalla teoria alla definizione prati-
               ca del concetto di "Stato del Lavoro". "In ogni azienda (industriale, pri-


               segue  nota
                   italiani a Bratislava e Budapest rimasti fedeli alla corona, anche la Slovacchia e l'Un-
                   gheria riconobbero Salò. Completava il piccolo corpo diplomatico straniero sul Garda
                   il Ministro del Manchukuò. La  RSI  ebbe relazioni semiuffìciali con Vichy,  Porto-
                   gallo, Spagna e Svizzera, ed intrattenne cordiali rapporti con il governo tailandese
                   fìlo·nipponico  e  con  il governo  indiano antibritannico  di  Subhas Chandra  Bose.
                   Con l'incarico di occuparsi dei militari e dei civili italiani internati furono  infine
                   inviati dei diplomatici presso la Serbia di Nedic ed il governo collaborazionista di
                   Atene. (cfr. N. Cospiro- H. W . Neulen, Salò-Berlino: l'alleanza difficile, cit., p. 37-45;
                   per  la  debole  politica  estera  della  RSI  si  veda  anche  L.  A.  Villari,  Affari esteri
                   1943-1945,  Magi·Spinetti,  Roma,  1948).
               (62)  Atti fondamentali  del fascismo, cit.,  p.  123.
               (63)  E.  Cione,  Storia  della  Repubblica  Sociale  Italiana,  cit.,  p.  141.
               (64)  U. Manunta, La caduta degli angeli (Storia intima della Repubblica Sociale Italiana), Azien·
                   da  Editoriale Italiana, Roma,  1947,  p.  68.
               (65)  Atti fondamentali  del fascismo,  cit.,  p.  123.








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