Page 500 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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PRESUPPOSTI SOCIALI  ED ORGANIZZATIVI  DELLA  R.S.I.              497

               la vittoria della "spada sulla penna", e l'anima squadrista aveva prevalso
               su qualsiasi sfumatura politica ed intellettuale. I settori moderati tuttavia
               non poterono che  rallegrarsi per il  risultato  ufficiale del Congresso:  alla
               chiusura dei lavori venne rapidamente approvato da una concitata assem-
               blea il Programma del Partito, suddiviso in diciotto punti.  Il  cosiddetto
               "Manifesto di Verona", in assenza di deliberazioni della fantomatica As-
               semblea Costituente, sarebbe divenuto di fatto la  "Carta costituzionale"
               della RSI,  riassumendo al suo interno gran parte delle idee e dei progetti
               ipotizzati  dagli  intellettuali  di  Salò.
                    Il Programma si divideva in una parte istituzionale, una assai breve
               di politica estera ed una molto approfondita di politica sociale. Per quan-
               to concerneva le questioni istituzionali, il Manifesto ribadiva anzitutto la
               necessità di  convocare una Assemblea  Costituente che dichiarasse deca-
               duta la Monarchia, condannasse "l'ultimo re traditore e fuggiasco" (5l)  e
               proclamasse la Repubblica  nominandone il  Presidente.  La  proposta  dei
               criteri di composizione della Costituente fu  in seguito formalizzata  nella
               già citata riunione del Governo di dicembre.<5 )  Il  terzo  punto recitava:
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               "La Costituzione repubblicana dovrà assicurare ai cittadini, soldati, lavo-
               ratori e contribuenti il diritto di controllo e di responsabilità critica sugli
               atti delle pubbliche amministrazioni". Si definivano quindi il dovere elet-
               torale del cittadino, che si sarebbe dovuto pronunciare ogni cinque anni
               sulla nomina del "Capo della Repubblica", e i suoi diritti: "Nessun citta-
               dino, arrestato in flagranza o fermato per misura preventiva, potrà essere
               trattenuto oltre i sette giorni, senza un ordine dell'autorità giudiziaria; an-
               che per perquisizioni domiciliari occorrerà un ordine dell'autorità giudi-
               ziaria".<53)  Sancita la  totale  indipendenza della  Magistratura,  si  passava
               alla proposta di legge elettorale per la composizione del Parlamento e per
               la  nomina dell'organismo esecutivo. In realtà, la proposta appariva piut-
               tosto generica. Si parlava di "sistema misto", con una non meglio precisa-
               ta  "elezione popolare" dei rappresentanti alla Camera e una nomina dei
                                                                          4
               ministri da parte del "Capo della Repubblica e del Governo" .<5 ) Quest'ul-
               tima affermazione faceva  intuire la  natura fortemente  "presidenzialista"
               del nuovo ordinamento (il Presidente sarebbe stato, all'americana, anche


               (51)  Atti fondamentali  del fascismo,  Nuova Lara,  Roma,  1969,  p.  119.
               (52)  Si  veda  a  proposito la  nota  23.
               (53)  Atti fondamentali  del fascismo,  p.  120.
               (54)  Ibidem,  p.  121.









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