Page 521 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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518 ALFONSO BARTOLINI
l'afflusso di interminabili colonne tedesche dal Brennero e da Tarvisio ma
avevano vissuto il dramma degli ordini da rispettare e gli ordini erano
di lasciar passare le truppe dello scomodo alleato. L'annuncio dell'armi-
stizio per molti soldati fu l'esplosione di una rabbia repressa. Si combattè
a Tarvisio e al Brennero, a Bolzano e a Trento, a Rovereto, a Verona, a
Treviso, ovunque le colonne tedesche erano passate. Furono scontri vio-
lenti ma nulla poterono i nostri soldati contro la potente macchina bellica
tedesca.
Questi episodi che in tutta Italia ruppero quel pesante clima di pas-
sività che si era creato nel Paese, al di là delle perdite non indifferenti che
costarono ai tedeschi, conservano un valore emblematico anche in rap-
porto ai successivi avvenimenti.
Concludendo, in Italia non si ebbero grandi aree di resistenza milita-
re ma vi fu una fioritura di episodi che nelle condizioni in cui ebbero vita
erano tutti permeati da una carica di ribellismo. Ma, in quel momento,
non bastarono a creare una resistenza organica.
Diversa fu la situazione fuori dai confini nazionali. In Balcania le
manifestazioni di resistenza furono numerose; quasi sempre ordinate, du-
ramente combattute, pesantemente pagate; alcune esauritesi nell'arco di
pochi giorni o settimane; altre protrattesi nel tempo fino alla liberazione
dei Paesi ove le unità operarono.
In Grecia si ebbero tre aree di resistenza militare, ben distinte e non
collegate.
Nelle isole ionie, a un passo dall'Italia, Cefalonia e Corfù furono tea-
tro della ribellione di un'intera Divisione, la Acqui, e delle unità ad essa
aggregate. A Cefalonia alcuni ufficiali forzarono la mano alloro Comando
per conquistare il diritto di combattere, quasi che una antica animosità
si risvegliasse improvvisamente nell'animo di tanti giovani di una genera-
zione nata nel clima trionfale di Vittorio Veneto. Fu una battaglia dura,
totale, furiosa. Fonti storiche tedesche ammettono forti perdite subite dal-
le truppe speciali alpine impiegate nell'operazione. Sono note le vicende
tristi che conclusero quella grande battaglia. Pagine di sacrificio e di di-
gnità che da sole riscattano e illuminano il comportamento dell'Esercito.
A Corfù il Comandante, colonnello Luigi Lusignani, potè operare in
perfetta sintonia con i suoi soldati e fu lui l'anima e l'artefice della resi-
stenza dell'isola. Il presidio, per la sua vicinanza all'Italia, aveva motivo
di fidare in un aiuto da parte degli Alleati, se non altro per la posizione
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