Page 524 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE  RESISTENZE  MILITARI  ED  l  LORO  TEATRI                     521

                    Anche per il settore iugoslavo, dove era particolarmente forte la pre-
               senza militare italiana in relazione allo  straordinario sviluppo raggiunto
               dalla guerriglia partigiana, il Comando Supremo non emanò in tempo gli
               ordini relativi all'imminente armistizio. Si determinarono situazioni dram-
               matiche.  Preziose settimane erano state perdute impegnando le  unità in
               grandi operazioni di rastrellamento -  non rallentate dopo il 2 5 luglio -
               che comportarono l'allontanamento delle unità dalle loro basi  naturali.  I
               ritardi verificatisi all'atto dell'armistizio furono deleteri,  irreparabili e fu
               il disorientamento di quelle ore a disgregare intere unità. La vicinanza del-
               l'Italia, raggiungibile via mare o via terra, fece il resto. Proprio le Divisio-
               ni più vicine al confine, quelle della II Armata, furono le prime a sbandarsi.
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               Per  i  tedeschi  tutto  si  svolse  secondo  uno  studiato  copione.
                    Ma anche più a sud le cose non andarono meglio. Si  sbandò la Divi-
               sione Zara,  lasciando amareggiate e deluse le  popolazioni amiche; fu  de-
               capitata la Divisione Marche con l'immediata uccisione del generale Amico
               che aveva scelto di combattere; si frantumò la Messina già logorata da lun-
               ghi cicli di sanguinosi combattimenti contro i partigiani. Gli unici episo-
               di  che  per  qualche  giorno  diedero  corpo  alle  speranze  dei  più,  videro
               impegnata la Divisione Bergamo il cui comandante, generale Becuzzi, sem-
               brava volersi muovere sulla linea giusta. Ma stretto tra le pressanti richie-
               ste di armi da parte dei partigiani e le fulminee aggressioni tedesche, ebbe
               la debolezza di prendere posto a bordo di quelle poche navi che riusciro-
               no a imbarcare parte delle sue truppe, lasciando le altre a sbrigarsela con
               le  agguerrite  unità  tedesche.

                    Può apparire strano ma proprio da queste disastrose vicende venne-
               ro alcuni segnali di riscossa. Ad essi si legano la fucilazione di tre generali
               -   Pelligra,  Cigala  Fulgosi  e Policardi  -  sostenitori  della  resistenza  ad
               oltranza e la decimazione di 400 ufficiali apertamente antitedeschi dai quali
               le  SS  ne  trasse  47,  immediatamente  passati  per le  armi.
                    Proprio da queste località, segnate da molti episodi negativi, scaturì
               un'area di resistenza con la  costituzione -  in due zone diverse -  di un
               Battaglione Garibaldi e di un Battaglione Matteotti.  Al  primo diedero vita
               200 carabinieri della Bergamo guidati da due ufficiali superiori che appar-
               tenevano all'ala non rinunciataria; l'altro, il Matteotti,  raccolse elementi sban-
               dati per lo più provenienti dai resti di quella bella Divisione che era stata
               la  Bergamo.
                    Questi due Battaglioni si unirono formando la Brigata Italia che, ir-
               robustitasi con altri due battaglioni -  Mameli, e Fratelli Bandiera -  costi-









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