Page 522 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE RESISTENZE MILITARI ED l LORO TEATRI 519
strategica dell'isola. Speranza vana; solo la nostra Marina, con due torpe-
diniere, e la nostra Aeronautica con i pochi apparecchi rimasti, dimostra-
rono di credere nel valore morale e militare della difesa di Corfù ma l'una
e l'altra pagarono questo generoso intervento da cui i soldati avevano tratto
motivo di fiducia.
A Corfù i tedeschi non esercitarono la rappresaglia di massa. Fucila-
rono il colonnello Lusignani e alcuni ufficiali del Comando e deportarono
gli altri combattenti. Quasi a stabilire una sottile differenza tra la massa
dei soldati che a Cefalonia aveva espresso la sua volontà di resistenza at-
traverso un referendum e un presidio che aveva disciplinatamente ubbi-
dito agli ordini del suo comandante con la stessa carica patriottica.
La seconda area di resistenza fu quella che comprendeva l'isola di
Samo, nelle Sporadi meridionali e il Dodecaneso con Rodi, Lero, Coo e
altre isole. Il cuore della difesa di queste isole fu Lero anche se la sede
del Governatorato era Rodi. La difesa di Lero fu capeggiata da una ecce-
zionale figura di combattente, anche se per certi versi criticato: l'ammira-
glio Luigi Mascherpa. La difesa di Lero, sotto molti aspetti, non fu meno
eroica di quella delle isole ioniche; non piegò di fronte alla pesante minac-
cia di ripetere a Lero la strage, compiuta a Cefalonia e quando un contin-
gente britannico comandato da un ufficiale superiore, giunse in aiuto ai
difensori di Lero, non volle rinunciare alla italianità della difesa. Fu un
comandante atipico e si prese la soddisfazione di arrendersi ai tedeschi
dopo che lo aveva già fatto il Comando britannico ...
Poche le fucilazioni di ufficiali ma oltre l 00 furono trucidati nella
vicina isola di Coo dove si difendevaPo alcuni reparti della Divisione Re-
gina. I tedeschi non osarono fucilare né Mascherpa né Campioni (Rodi)
ma li consegnarono alla RSI che con un vergognoso processo li condannò
a morte. E la sentenza fu eseguita a Parma nel maggio 1944.
La terza area di resistenza in terra greca si delineò subito nella Tessa-
glia dove operava la Divisione Pinerolo. Il generale Infante, malgrado alcu-
ni seri dissensi interni, mantenne con fermezza le redini della situazione
che lo portò a sottoscrivere con la Missione britannica l'EDES e l'ELAS
un patto di cooperazione. La Divisione dimostrò subito sul campo la sua
ferma volontà di opporsi ai tedeschi ma non ebbe fortuna. Per motivi ideo-
logici - il generale Infante era un convinto monarchico - i soldati della
Pinerolo vennero all'improvviso assaliti e disarmati dall'ELAS. Quanti non
poterono o non vollero entrare a militare nelle file dell'ELAS finirono in
due poveri campi di raccolta a languire, utilizzati in parte per esigenze
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