Page 525 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 525
522 ALFONSO BARTOLINI
tuitisi successivamente, divenne la Divisione Italia. Per i lunghi sposta-
menti cui fu sottoposta, durante i quali raccolse soldati sbandati e prigio-
nieri evasi, fino a raggiungere una forza di 4000 uomini, potremmo dire
che fu un'area di resistenza itinerante, comandata da ufficiali, sottufficiali
e graduati delle Forze Armate, che restò impegnata in combattimenti fino
alla liberazione di Belgrado e di Zagabria.
Nel Montenegro le cose andarono meglio anche se si pagarono subi-
to le concessioni fatte ai tedeschi, su ordine da Roma. La presenza di alcu-
ne unità, ben comandate, mise in crisi la fortissima 118 a Divisione
Cacciatori il cui compito era unicamente quello di vigilare sugli italiani.
Due Divisioni - la Venezia e la Taurinense - furono irremovibili e deci-
se, vanificando i piani tedeschi. I comandanti tennero in mano la situa-
zione senza concessioni e ai tedeschi non rimase altra arma che tentare
di aizzare le popolazioni contro gli italiani.
In una situazione estremamente confusa con i cetnici divenuti alleati
dei tedeschi, gli italiani accolsero l'invito dei partigiani dell'esercito popo-
lare di Tito di far fronte comune contro i tedeschi. Il buon senso fu l'arte-
fice di questa intesa così come lo fu per la fusione delle due unità che diedero
vita alla Divisione Garibaldi che nell'intero ciclo operativo mantenne in-
tatto il suo ordinamento militare. Alpini, fanteria di montagna e finanzie-
ri si fusero mirabilmente. Erano 15 000 uomini volontari per la formazione
delle brigate. I partigiani fissarono il limite di 500 lasciando gli altri di
nserva.
Gli uomini delle brigate costituite nella Garibaldi furono il simbolo
della continuità di una scelta già compiuta 1'8 settembre confermando ec-
cezionali qualità militari che rifulsero in una lunga serie di durissimi com-
battimenti che costarono molto in vite umane, ma misero in luce uno stuolo
di ufficiali di primo piano, molti dei quali furono i quadri del nuovo Eser-
cito italiano. L'asprezza della lotta, la pericolosità dell'ambiente locale pro-
fondamente diviso sul piano politico e spesso incontrollato e incontrollabile,
ingoiò i più deboli, quelli che non seppero conservare le armi. La guerra
partigiana in Iugoslavia non concedeva sconti.
Quali furono i rapporti con le popolazioni locali nel martoriato sce-
nario dei Balcani?
In linea generale dobbiamo dire che i rapporti con le popolazioni
non potevano essere diversi da quelli che in tutti i Paesi d'Europa esiste-
vano tra gli occupanti e gli occupati, tra gli invasori e coloro che l'invasione
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 522 03/03/16 17:12

