Page 530 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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GLI INTERNATI MILITARI IN GERMANIA 527
Uomini traditi due volte
La storia dell'internamento comincia con la separazione italo-tedesca
1'8 settembre del 1943. Si trattò di un passo, che, per varie ragioni, non
si può definire in nessun modo come tradimento all'italiana. Infatti non c'era
alternativa, poiché dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia (10 luglio) per
il Governo a Roma si presentava la necessità di uscire dal conflitto. La
sopravvivenza della nazione esigeva che si ponesse termine ad un assurdo
sacrificio di vittime umane ed all'inutile distruzione di tanti beni materali.
D'altra parte è da chiedersi se le conseguenze dell'armistizio, che le
Forze Armate dovettero subire, erano davvero inevitabili. È noto che il
Comando Supremo e lo Stato Maggiore dell'Esercito emanarono tra il 2
ed il6 settembre alle Grandi Unità ed ai Capi di Stato Maggiore di Forza
Armata ordini riguardanti i compiti che dovevano assolvere ed il 7 set-
tembre la maggior parte dei comandanti era a conoscenza di dette diretti-
ve. Sembrava così evidente che le divisioni avrebbero dovuto difendersi,
mancava però un qualsiasi accenno alla data dell'ormai imminente armi-
stizio. Così si spiega che gli ufficiali responsabili non si resero conto che
dovevano prepararsi con la massima urgenza a tale eventualità. Però il
difetto principale degli ordini impartiti consisteva nel fatto che i singoli
comandanti potevano agire autonomamente solo nel caso che ci fosse sta-
ta una precedente aggressione tedesca. In ciò si riscontra un'assoluta ed
incomprensibile rinuncia alla propria iniziativa.
Le divisioni della Wehrmacht conoscevano invece esattamente cosa
avrebbero dovuto fare nel momento in cui avessero ricevuto la parola con-
venzionale "Asse", ossia l'ordine esecutivo per l'attuazione delle contro-
misure pianificate da parte dei generali di Hitler sin dalla perdita dell'Africa
settentrionale.
Il procedimento lento e oltre misura cauto delle autorità italiane di-
viene parzialmente comprensibile considerando le difficoltà che esse in-
contrarono all'interno del Paese dopo la caduta di Mussolini. Infatti il
Governo di Badoglio non si fidava più di gran parte delle truppe. E que-
sta mancanza di fiducia fu il motivo determinante per l'estrema segretez-
za dei preparativi all'uscita dalla guerra e costituì la causa prima dell'enorme
sorpresa suscitata presso i soldati dall'annuncio dell'armistizio.
Tutti inconvenienti che sarebbe stato ancora possibile evitare - o
quanto meno limitare - se 1'8 settembre fosse stato diramato un ordine
inequivocabile. Ma la direttiva di considerare i tedeschi come nemici venne
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