Page 532 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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GLI INTERNATI MILITARI IN GERMANIA 529
Ma come è noto i tedeschi non si limitarono ad un'ignobile mancan-
za di lealtà; perché oltre a ciò furono emanate alcune direttive che preve-
devano, per i soldati del Re che si fossero opposti alle truppe di Hitler,
un trattamento diverso da quello compatibile con le convenzioni interna-
zionali. Già il 10 settembre il Comando Supremo a Berlino dichiarò che
i militari italiani che avessero opposto resistenza andavano considerati fran-
chi tiratori, per quanto essi soddisfacessero tutte le condizioni richieste
dalla Convenzione dell' Aja per ricadere sotto lo status di belligeranti. Ri-
guardo a questi ordini criminali - che soltanto un pugno di ufficiali te-
deschi si rifiutò di eseguire - si debbono, fra l'altro, menzionare:
la fucilazione, con procedimento sommario, di comandanti i cui su-
bordinati, dopo un ultimatum a breve scadenza, non avessero depo-
sto le armi;
l'uccisione di ufficiali nel caso in cui i loro soldati avessero fatto per-
venire nelle mani dei cosiddetti insorti armi o munizioni o avessero
collaborato con loro; i sottufficiali ed i militari di truppa di tali unità
dovevano essere trasferiti immediatamente ad Est dove venivano im-
piegati - contro il diritto internazionale - come ausiliari forzati nel-
la zona di operazioni dell'Esercito;
la direttiva del Gruppo di Armate E di trucidare senza alcuna formalità
militari italiani sorpresi in abiti civili;
il cosiddetto Kugelerlafi (decreto-pallottola), del4 marzo 1944, che sta-
biliva la consegna alla Gestapo degli ufficiali che fossero stati ripresi
dopo aver tentato la fuga e dei sottufficiali che - prima della fuga
- non erano impiegati nel lavoro;
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l'ordine di Hitler di non fare prigionieri nell'isola di Cefalonia. < l
In ciò sembra degno di nota il fatto che perfino nel corso della guer-
ra di sterminio in Russia non furono mai emanati simili ordini. Ai soldati
dell'Armata rossa infatti - tranne i commissari politici - il regime nazi-
sta concesse almeno il diritto di difendersi, mentre nei confronti dei mili-
tari italiani la difesa contro l'aggressione armata della Wehrmacht fu
considerata come atto meritevole di morte.
Che i tedeschi trattarono gli italiani in un modo del tutto particolare
appare anche dalla reazione di Hitler quando il resto dei suoi alleati uscì
(4) Per quanto concerne gli avvenimenti sull'isola di Cefalonia cfr. La divisione Acqui a
Cefalonia. Settembre 1943, a cura di G. Rochat e M. Venturi, Milano, Mursia, 1993.
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