Page 533 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 533

530                                                   GERHARD  SCHREIBER

               dalla guerra: dato il fatto che egli in nessun altro caso emanò ordini crimi-
               nali come fece 1'8 settembre. Oltre a ciò il Comando Supremo della Wehr-
               macht- dopo l'invasione in Normandia il6 giugno del1944- non bollò
               i  soldati  francesi  sotto  il  comando del generale  Charles  De Gaulle  come
               franchi tiratori sebbene essi combatterono contro il maresciallo Henry Phi-
               lippe  Pétain  e  collaborarono  con  la  Résistance.
                    In seguito a questi ordini criminali persero la vita fino a  11 700 sol-
               dati  di  ogni  grado.  La  maggior  parte di  essi  morì  tra  il  settembre ed  il
               novembre del  1943, cioè  durante l'azione di  disarmo.  Nell'Italia  setten-
              . trionale e centrale consegnarono allora le armi circa 416 000 italiani, nel-
               la  zona  di  Roma  e nell'Italia  meridionale  furono  disarmati  pressappoco
               102 000 militari, nella Francia meridionale non più di  59 000 e nei Bal-
               cani  e  nelle  isole  del  Mediterraneo  orientale  circa  430 000.
                    Dei disarmati, definiti in seguito ad una speciale disposizione di Hi-
               tler del 20 settembre 1943 internati militari, secondo le fonti  nazionalso-
               cialiste e fasciste pressappoco 186 000 si dichiararono- nel lasso di tempo
               intercorso fino  alla primavera del  1944 -  disposti a prestar servizio co-
               me volontari o ausiliari agli  ordini del Governo di Berlino o di Salò. Ma
               è stato accertato che alcuni  di  loro  -  non si  sa  il  numero preciso -  in
               verità  furono  ausiliari forzati.
                    Secondo il Gruppo di Armate B come minimo tra 120 000 e 150 000
               prigionieri italiani riuscirono a sottrarsi con la fuga alla deportazione nel
                                  5
               territorio del Reich; <> altri ottennero la libertà in seguito a particolari ac-
               cordi,  per  esempio  al  momento  della  capitolazione  di  Roma.
                    Riguardo alla classificazione degli italiani catturati come internati mi-
               litari l'Alto Commissario per i prigionieri di guerra del Regno d'Italia os-
                                                                                  6
               servò  all'inizio  del  1945  -  ancora una volta  -  senza  mezzi  termini:< >
               "L'internamento fu e rimane un provvedimento illegittimo ed irrazionale


               (5)  Lascito del tenente colonnello]. Moli, qui: Kriegsschauplatz ltalien. Persiinliches Kriegsta-
                  gebuch  Oberstleutnant i. G. Moli  [Teatro di guerra  Italia. Diario di guerra personale del te-
                  nente  colonnello  in  servizio  di  Stato  Maggiore  Moli) , Teil  2,  9.9.1943- 31.10.1943,  p.
                  9,  16.  - 17.9.1943,  Bundesarchiv-Militiirarchiv  Freiburg (in  seguito:  BA-MA),  N
                  733/10.,  Cfr.  anche  G.  Schreiber,  l  militari italiani internati,  cit.,  p.  455 .
               (6)  L'Alto Commissario per i prigionieri di guerra, n. 248 Pol./19-C, Roma, 21 gennaio
                   1945, Oggetto: Internati militari italiani in Germania, A.U.S.S.M.E., I-3,  cartella  163
                   F  n.  3.  Cfr.  inoltre  R.  Socini  Leyendecker,  "Aspetti giuridici  dell'internamento",
                   in: l  militari italiani internati dai  tedeschi  dopo  1'8 settembre  1943, a  cura  di  N.  Della
                   Santa,  Firenze,  Giunti  Marzocco,  1986,  p.  130-135.








   I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd   530                                                 03/03/16   17:12
   528   529   530   531   532   533   534   535   536   537   538