Page 69 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE OPERAZIONI IN TUNISIA E NELL'ITALIA MERIDIONALE 69
di firmare le richieste al posto di rifornimento tedesco" .< 57 > Allo stato della
ricerca non è possibile precisare se ed in quale misura le intenzioni tede-
sche fossero avvertite dal personale italiano, e non appare del tutto avven-
tato sostenere che la questione - almeno nei suoi aspetti formali - si
risolvesse, o piuttosto venisse sepolta, col caotico susseguirsi di eventi che
nell'estate 1943 portarono al collasso dell'Italia ed al suo maldestro tenta-
tivo di uscita dalla guerra. Con tutto ciò, vi sono indicazioni che, laddove
le intenzioni tedesche si palesarono ai livelli periferici italiani, le reazioni
furono negative. Così, ad esempio, per il nucleo di personale del 3 3 ° Grup-
po da bombardamento del 9° Stormo inviato a Wiener Neustadt nella
primavera 1943 per effettuarvi un corso sul velivolo Junkers 88. Quando,
improvvisamente, il maggiore Hott, comandante del lV Gruppo del l 0
Stormo sperimentale tedesco presso il quale si svolgeva l'addestramento,
comunicò al capo nucleo italiano, capitano Francesco Poce, l'eventualità
di dar vita a un gruppo misto sotto comando tedesco, questi manifestò
subito la propria scarsa inclinazione ad essere sottoposto ad un superiore
tedesco e, rientrato in Italia in giugno, fu redarguito dal generale D'Aure-
lio e dal colonnello Lalatta, rappresentanti italiani presso l'Oberbefehlshaber
Sud, perché "creava difficoltà" alla realizzazione del gruppo misto.< 58 > An-
che volendo prescindere dalle reazioni individuali, il modello di collabo-
razione proposto dai tedeschi non si dimostrò adeguato alle esigenze
operative, come non mancò di rilevare il Comando Supremo richiedendo
nell'agosto 1943 ulteriori assegnazioni: "È indispensabile però che nell'even-
tualità della cessione i velivoli vengano forniti al completo di installazioni, armi
e munizioni, motori di rispetto, parti di ricambio, etc. , allo scopo di evitare che i
velivoli restino inattivi e siano sottoposti inutilmente all'offesa aerea nemica, cosa
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che come è noto, è avvenuta per il Gruppo Caccia Me.109 ultimamente ceduto".< 9>
Ma le considerazioni del Comando Supremo erano in parte superate dallo
svolgersi de.gli avvenimenti: nel mese di luglio l'intento tedesco si era an-
dato progressivamente chiarendo in direzione dell'assorbimento di tutte
(57) Verbale tedesco riunione 19 maggio 1943, cit.
(58) Testimonianza del capitano Francesco Poce, raccolta da G . Garello, 197 3; il repar-
to tedesco è indicato in Comando 2 a Luftjlotte, fg. 4940/43 cit.
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(59) Comando Supremo, l reparto, Ufficio Operazioni Aeronautica, "Richiesta alla
parte germanica di cessione velivoli all'Aeronautica italiana", 4 agosto 1943, in
ACS, SPD/CR, RSI, b. 75 . Per le vicende del150° Gruppo Autonomo cui la lettera
allude rinviamo a F. D'Amico- G. Valentini, The Messerschmitt 109 in Italian Service
1943-1945, Boylston, Monogram, 1985, p. 15-33.
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