Page 76 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               in ritirata rendeva praticamente inutilizzabili i reparti da caccia schierati
               in Sicilia occidentale.<SS) È evidente come in questo quadro non vi potes-
               sero essere, al di fuori di particolari casi, "operazioni" nel senso ordinario
               del termine. Pur non volendo cedere alle tentazioni della  retorica dell'e-
               roismo quale estremo, pietoso velo ad una situazione pesantissima, è dif-
               ficile non provare un moto di emozione dinanzi a messaggi di questo tenore:
               "Comunicasi attività giorno 19 corrente: quindici Re.2002 scortati da sei
               MC.202 attaccato navi alla fonda in rada Augusta. Colpite due navi gros-
               so  tonnellaggio  et abbattuto un  aereo  da  caccia.  Sei  Re.2002  non  sono
               rientrati".<S9) Similmente  la  vicenda  del  50°  Stormo  Assalto,  ancorché
               praticamente ininfluente sull'andamento del confronto, è meritevole di men-
               zione in quanto testimonianza della  durezza dello scontro e dello  spirito
               del personale.<90)  Rischieratosi a Crotone con trentacinque G.50bis, la mat-
               tina  dell' 11  luglio  il  reparto inviò  sulle  spiagge  dieci aerei,  perdendone
               tre in azione. Cinque dei sette superstiti furono distrutti appena atterrati
               da un attacco alleato contro l'aeroporto di Reggio. Altri nove G.50 decol-
               larono da Crotone per attaccare le navi nella rada di Augusta: tre non fe-
               cero ritorno. Nel pomeriggio giungono dieci aerei di rinforzo, mentre nove
               G.50 riescono a rientrare incolumi a Fontanarossa dopo una missione sulla
               rotabile Floridia-Siracusa: (9!) vi sono dunque trentaquattro aerei totali, ma
               un terzo della forza  originaria è già andato perduto. Il  12 sono attaccati
               i G.50 in corso di trasferimento tra Catania e Reggio,  con la  perdita di
               tre aerei. A Sigonella un bombardamento coglie alle 07.40 i sei G.50 at-
               terrati il giorno prima, distruggendoli. La forza è scesa a venticinque ap-
               parecchi, che diventano quindici escludendo i rinforzi. Nonostante questo,
               nel pomeriggio otto G.50 attaccano mezzi corazzati nella piana di Cata-
               nia, sull'asse Priolo-Melilli, rientrando poi a Crotone per non restare esposti
              alla reazione nemica. Ma anche questo campo viene colpito, con la perdi-
               ta di altri quindici G.50, la mattina del  13 luglio. In tre giorni il  50° ha
               perduto l'intera forza giunta in Sicilia, mentre rimangono solo più i dieci
               rinforzi. I sopravvissuti rientrano poi in continente, probabilmente inter-


              (88)  Aeroporto  Palermo a  Superaereo,  20030,  cit.
               (89)  Superaereo a  Aeroporto  Palermo,  32887, 20 luglio  1943, in A.U.S.A.M.,  SLl-9
                   (B1-39/1,  vol.  3°).
              (90)  Per le vicende del 50° Stormo seguiamo G. Pesce, "La Regia Aeronautica e lo sbar-
                   co  alleato  in Sicilia",  ci t., passim.
              (91)  I  dati  di  carico  sono  in  Aeronautica  Sicilia  a  Superaereo,  12  luglio  1943,  in
                   A.U.S.A.M.,  SLl-9,  (B1-3911,  vol.  3°).









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