Page 77 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE  OPERAZIONI  IN TUNISIA  E  NELL'ITALIA  MERIDIONALE            77

               rogandosi sul prezzo pagato per mettere a segno pochi ordigni da 50 kg:
               le modeste caratteristiche della macchina in dotazione consentono infatti
               di  trasportare solo  due bombe da  50 kg  ciascuno.
                    Sotto lo stesso segno si svolsero le vicende del 5° Stormo, pur dotato
               di una macchina come il Re.2002 dal motore più potente e dal carico bel-
               lico massimo di 650 kg- anche se gli apparecchi operarono solitamente
               con  una bomba da 250 kg ventrale,  una  bomba-mina  antinave  da  420
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               oppure due bombe da 50 kg subalari.<9 > Da poco transitato sul Re.2002
               dopo un duro ciclo operativo sullo Ju.87 tedesco, il 5° Stormo aveva com-
               pletato a metà giugno l'apprestamento del 102 o  Gruppo e lo aveva subito
               trasferito a Tarquinia per completare l'addestramento. Il 10 luglio diciot-
               to  aerei decollarono da Tarquinia in due ondate diretti a  Crotone,  dove
               ne giunsero diciassette. La  sera stessa una pattuglia di nove Re.2002  at-
               taccò le navi alleate, perdendo al rientro quattro aerei e tre piloti. La mat-
               tina  dell'Il  luglio  altri  nove  velivoli  ripeterono  l'attacco,  riuscendo  a
               rientrare tutti. Una terza missione, compiuta allargo di Scoglitti nel po-
               meriggio, costò la perdita di tre dei dodici velivoli impiegati. A Crotone
               giungevano frattanto anche i primi dodici Re.2002 del 101° Gruppo, se-
               condo del 5° Stormo, seguiti dagli ultimi dodici il 13 luglio. Due attacchi
               nel pomeriggio dell' 11  e la mattina del 12 furono portati a termine senza
               perdite, ma nel pomeriggio un aereo andò perduto in atterraggio.  Il  13
               luglio  una formazione  di  undici  aerei  dei  due gruppi  attaccò  ancora  la
               flotta, perdendo due Reggiane e riferendo di aver colpito la corazzata bri-
               tannica Nelson con una bomba da 250 kg, successo purtroppo non confer-
               mato nel dopoguerra. Complessivamente nei primi tre giorni d'impiego
               lo Stormo aveva dunque perduto un quarto della forza schierata quando
               una formazione nemica bombardò l'aeroporto di Crotone, distruggendo
               assieme ai G.50 dell'assalto anche quindici Re.2002  del 5°. Ripristinata
               una  striscia  utilizzabile e  riparati gli  aerei  residui,  lo  Stormo  si  trasferì
               a Manduria (Brindisi) con sedici aerei efficienti. Mentre alcuni piloti an-
               davano a Reggio Emilia per ritirare nuove macchine, il  19 luglio il repar-
               to  attaccò una formazione  navale presso Capo Santa Croce: su quindici
               velivoli  impiegati  sei  furono  abbattuti e  due  danneggiati:  è  l'azione già
               ricordata. Al capo formazione,  capitano Gino Priolo, che aveva insistito


               (92)  Le caratteristiche in S.  Govi,  Dal Re.2002 al Re.2005,  Milano, Apostolo,  1984, p.
                   34.  Per le  vicende  del  5°  Stormo si  vedano di G.  Pesce,  oltre all'articolo  citato,
                   Il WalzerdelJOr Gruppo,  Modena, STEM Mucchi,  1976 e,  con N . Malizia, I/ 5°
                   Stormo,  Modena,  STEM Mucchi,  1984.









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