Page 92 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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92 ROMAIN H. RAINERO
Ma se di tutto ciò si può arguire che malgrado tutt'una serie di pro-
blemi di conoscenza ancora da acquisire, la ricerca storica può fondarsi
su molti elementi, molto rimane ancora da dire sul punto fondamentale
evocato all'inizio di queste note: il periodo dei quarantacinque giorni fu
la premessa sicura della lotta di liberazione o non fu piuttosto l'ultimo
atto intermedio di una tragedia senza pari che doveva toccare all'Italia,
senza che in questa tragedia si intravvedesse un barlume di sviluppo nel
senso che gli eventi successivi manifestarono? Evidentemente il discorso
può trovare qua e là elementi a favore dell'una e dell'altra risposta. Non
vi è dubbio che le manifestazioni spontanee "del popolo" del 26-27 lu-
glio, un pò dovunque in Italia, ed altre esplosioni, non previste, di una
volontà collettiva con una operazione di coagulo attorno a uomini ed a
'partiti' che ancora non lo sono, siano delle evidenti manifestazioni di un
successivo sviluppo non istituzionale della volontà politica delle masse volta
ad inserirsi direttamente nella vicenda storica.
Per qualcuno li vanno colti l'annuncio di una 'Italia Nuova', pur ra-
dicata nella storia nazionale più genuina, e la conciliazione, provvisoria
o definitiva, tra una certa elite o dirigenza intellettuale politicizzata e mas-
se operaie e contadine connesse ad una certa piccola borghesia urbana
alla ricerca di un proprio ruolo con l'assunzione per tutte queste categorie
sociali di un modello di responsabilità politica nuova. Per questo gruppo
di storici queste poche settimane possono essere ritenute i prodromi dei
venti mesi successivi di guerra partigiana e persino di ripensamento isti-
tuzionale che troverà il suo sbocco naturale solo nel 1946. La tesi appare
ardita ma i tempi eccezionali quali furono quei giorni possono forse farla
accettare.
Ciò che per altri storici appare invece predominante nel periodo è
il disordine, il caos che coinvolse tutto e tutti e che non può spiegare ra-
zionalmente ciò che razionale non era e che solo più tardi il decantarsi
della situazione politica generale dell'Italia potrà aiutare a fare emergere.
Invero ciò che si può dire del periodo è che esso, appare nello stesso tem-
po, una svolta ed una continuità; fu una svolta sul piano delle etichette
di governo ma la nuova situazione non portò a ciò che a tutti pareva natu-
rale ed auspicabile: la pace immediata e il ritorno alla vita democratica.
Ben lo scrive Gaetano Afeltra allorquando narra, da testimone, gli umori
di quei giorni: "L'illusione che la guerra fosse finita era stata per un gior-
no l'illusione di tutti. Come un arcobaleno che appare dopo la tempesta,
con i suoi bellissimi colori, avendo alle spalle la nube nera di pioggia,
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