Page 93 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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IL  25  LUGLIO: I QUARANTACINQUE GIORNI                            93

               anche noi avevamo sopra le  nostre teste una nube formata da tre parole;
               quelle tre terribili parole che Badoglio aveva letto nel suo primo proclama
               al paese:  'La guerra continua' " .o o> La  posizione di Badoglio e del suo go-
               verno  con la  ben  nota  affermazione  doveva  deludere  non  poco le  attese
               così come le  restrizioni apportate alla libera vita politica dovevano susci-
               tare evidenti apprensioni presso coloro  che a  questa miravano quale ov-
               via  conseguenza  della  caduta del  regime.  Su  questo  ultimo  punto  che le
               posizioni  del governo  riguardo  a  queste  attività  chiarite  dalle  istruzioni
               ai  prefetti  rendevano  perentorie,  vale  la  pena  di  ricordare  quanto  ebbe
               a  scrivere la  Stampa  a  commento delle  decisioni  ufficiali  circa le  attività
               politiche dei partiti.  "Se lo  stato di guerra impone anche ai paesi viventi
               in  regime  di  libertà limitazioni  e  restrizioni  all'attività  politica,  sarebbe
               stato assurdo attendersi che da noi, in pieno conflitto, col nemico in casa,
               si fosse immediatamente attuato il trapasso dall'attuale stato di cose al re-
               gime di libertà piena ed intera ... Il  nostro partito deve essere e sarà, fino
               a che durerà la guerra, un solo partito, il partito della Patria ... Ma l' impe-
               gno della Corona si precisa e si concreta nel proposito annunziato dal go-
               verno. Noi abbiamo ora la certezza che entro quattro mesi dalla fine della
               guerra, gli italiani saranno resi di nuovo arbitri del loro destino, organiz-
               zandosi in formazioni che rispecchino la configurazione sociale e politica
               del Paese,  ed esprimendo liberamente le loro idee ed i loro orientamenti
               in una consultazione elettorale da cui uscirà una assemblea legislativa che
               sarà espressione  autentica  della  volontà  nazionale".  O O
                    Ma a questo punto si  impone l'esame della situazione dei 45 giorni
               a partire da due elementi che  ne  dovevano  condizionare l'intero esito,  e
               cioè la presenza e la  reazione delle truppe germaniche e la questione con-
               nessa  alla  fine  della  partecipazione italiana alla guerra.  Come è gia stato
               ricordato il fatto che al 25 luglio fosse in corso sul suolo italiano una guer-
               ra che si  combatteva anche con truppe germaniche dava al problema Ita-
               lia  una componente estremamente pericolosa circa la libertà di manovra
               che il nuovo governo, quello del maresciallo Badoglio, poteva avere circa
               la sua  posizione sia  nei  rapporti  con  "l'alleato", sia  nei  confronti dei  ri-
               guardi di un eventuale evoluzione dei rapporti con i nemici anglo-americani.
               Proprio per scongiurare i pericoli che un allentamento della partecipazio-
               ne  italiana alla guerra poteva procurare sull'immediato, ecco la  formula


               (10)  G.  Afeltra,  op.  cit.,  p.  55.
               (11)  Articolo citato da V.  Vailati, L'armistizio e il Regno del Sud, Roma, Palazzi edit., 1969,
                   p.  163.









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