Page 239 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              aeroplani rendesse impensabile l'applicazione all' ANR di un modello or-
              ganizzativo fortemente politicizzato, la questione si affacciò più volte e con-
              tribuì  in  misura  determinante  a  far  maturare  le  dimissioni  di  Botto.
                   Mentre, in ottemperanza alla disposizione del ministero della difesa
              nazionale, venivano avviate le procedure di trasferimento al nord,< 24 > Botto
              si preparò una seconda in volta all'incontro con Richtofen,  che ebbe luo-
              go  il  10  ottobre alla  presenza  di  Tessari  e  Miiller.  "/ colloqui  hanno  esito
              soddisfacente.  I precedenti malintesi vengono eliminati e si addiviene ad una soluzio-
                                                                                 25
              ne che,  in linea teorica,  dà a noi l'autonomia indispensabile per poter operare". <  >
              Per riavere alcuni reparti di volo,  Botto dovette cedere sui servizi tecnici
              e le  branche ausiliarie. Quello stesso  10 ottobre infatti, trasmettendo un
              sunto dei colloqui di Graziani in Germania, il Quartier generale di Hitler
              informava l'ambasciatore Rahn che "Sono  necessari reparti volontari italiani
              sotto  il comando  tedesco;  per esempio per  l'artiglieria  costiera,  il genio  e personale
                                    26
              di terra per l'aviazione".< > L'assetto concordato fu  ritenuto  soddisfacente
              da parte italiana, onde il  12 ottobre Botto, come amici pato a Von Richto-
              fen,  parlò alla  radio "a tutti gli aviatori italiani comunicando di aver concluso
              gli  accordi preliminari  con  le  autorità  germaniche  e preannunciando  l'imminente
              apertura del bando di arruolamento per il richiamo in servizio di tutto il personale
              dell'Aeronautica". <m  Scaglia tosi  a  lungo  contro l'armistizio  ed il  voltafac-
              cia nei confronti dell'alleato, Botto non sorvola va sui contrasti con i tede-
              schi nei giorni immediatamente postarmistiziali. Non potendo presentare
              che  scarni  elementi  concreti,  Botto  si  limitava  a  dire  che:  "Il nostro  pro-
              gramma  avrà  un  duplice  scopo;  materiale  ed  ideale;  difendere  il  sacro  suolo
              combattendo per il buon andamento della guerra e ridare alla bandiera della patria
              l'adamantina purezza  del passato" .< 28 >



              (24)  Il  trasferimento fu  ripetutamente  rinviato,  in  parte per difficoltà  oggettive  (man-
                  canza di sede adatta al  nord,  di  mezzi  di  trasporto e carburanti,  etc.)  ed  in  parte
                  per l'aperta opposizione del  personale.  Ampie tracce in Diario,  ottobre  1943, pas-
                  sim. Il 29 ottobre con lettera prot. 620 fu  ordinato il trasferimento al nord dell'Ala
                   Italiana, che da lettera prot. 1996 al 3 dicembre non risultava comunque effettuato
                  (Carte  Tedeschini  Lalli).
              (25)  Ibid.,  10  ottobre.
              (26)  F.W.  Deakin,  cit.,  II,  p.  790.
              (27)  Diario,  12  ottobre.
              (28)  "Testo del discorso indirizzato la sera del  12  ottobre  1943 per radio agli  aviatori
                   italiani  dal sottosegretario  per  l'aeronautica",  Diario,  ali.  4.








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