Page 240 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'AERONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA 239
Il 14 ottobre Botto convocò i direttori generali in carica all' armisti-
zio per comunicare loro il prossimo trasferimento al nord: "Naturalmente
s'incontrano forti resistenze, dato che i direttori generali credevano ormai di essere
autorizzati a rimanere a Roma. Si prevedono delle defezioni''. <Z9) Un successivo
rapporto di tutti i generali d'aviazione presenti a Roma ebbe risultati an-
cor più drammatici: "Durante la riunione molti generali parlano, ma senza dire
nulla di conclusivo. L'Ecc. Botto chiarisce loro che l'Aeronautica repubblicana non
ha bisogno di loro". <30) Questa riluttanza si estendeva a quasi tutto il perso-
nale, soggetto ad improvvise "malattie" all'atto della comunicazione del-
l'ordine di trasferimento al nord.<3 J) Nonostante tale opposizione, già dal
15 ottobre iniziarono ad operare i centri raccolta del personale, costituiti
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per specialità su aeroporti lombardi.<3 )
Il 21 ottobre Botto, in non buone condizioni di salute, partì in aereo
per la Germania per incontrare i responsabili della Luftwalfe, presumibil-
mente allo scopo di far sanzionare quanto discusso con Von Richtofen.
Il 25 ottobre "alla casa dell'aviatore a Berlino il sottosegretario Botto si incontra
con il capo di stato maggiore della Luftwalfe, generale Korten. Nel colloquio vengono
trattate e stabilite le premesse per la costituzione dei primi reparti italiani. Viene
inoltre stabilito che da parte germanica cesseranno gli arruolamenti di aviatori ita-
liani e che quelli che sono già stati arruolati rimarranno al loro posto come facenti
parte dell'Aeronautica Repubblicana, temporaneamente comandati presso la Luft-
walfe". Al 31 ottobre il diario registra il rientro di Botto dalla Germania,
accompagnato dal ten. col. Blodorn "che assumerà un incarico presso il sottosegre-
(29) Diario, 14 ottobre.
(30) Ibid., 18 ottobre. All'incontro presenziò Baylon, che Botto aveva fatto liberare dal
campo d'internamento presso Mantova ove era stato rinchiuso dai tedeschi. Pur
senza un incarico ufficiale, Baylon divenne subito l'alter ego di Botto e de facto il
capo di stato maggiore (Baylon, TAA cit.).
(31) Si vedano in proposito le sarcastiche annotazioni del Diario, 8-10 novembre. A ri-
prova che il fenomeno non colpiva soltanto l'aeronautica, v. la lettera di Barracu
a Botto del 23 ottobre e quella di Pavolini a Barracu del 20 ottobre (entrambe in
AUS/AM, AR, cart. 15, f. "Presidenza del Consiglio dei Ministri").
(32) Ibid., 15 ottobre. I centri comprendevano caccia (Milano-Bresso, ten. col. Foschini),
aerosiluranti (Varese Venegono, ten. col. Arduino Buri), trasporti (Bergamo, ten.
col. Morino), idrovolanti (Sesto Calende, ten. col. Bertocco), paracadutisti (Trada-
te, ten. col. Dalmas), ricognizione (Milano-Bresso, ten. col. De Francesco). Al 27
ottobre il Diario parla di "centri di radunata di Roma, Padova e Milano", senza
fornire dettagli. Al 23 novembre risultavano, coi medesimi comandanti, gli ispetto-
rati di specialità.
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