Page 275 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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portatori verso l'Istituto di Gestione e Finanziamento, e trasformate da
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quest'ultimo in titoli regolamentati dal Governo.<l
La statalizzazione era soltanto uno dei due aspetti della Premessa ap-
provata dal Governo di Gargnano, e rappresentava in qualche modo una
scelta obbligata, giustificata - come le stesse motivazioni dell'enunciato
dichiaravano implicitamente - dalla difficile situazione militare e politi-
ca. La descrizione delle aziende da statalizzare ("essenziali per l'indipen-
denza economica e politica") lasciava presupporre la preoccupazione del
Governo nei confronti della "spartizione" che stava avvenendo nel mon-
do imprenditoriale ad opera da un lato del CLN e del Governo del Sud
e dall'altro dell'alleato germanico. Porre lo Stato, e quindi il Governo del-
la RSI, alla guida delle principali industrie belliche e di primaria impor-
tanza avrebbe dovuto impedire la scelta di campo antifascista di alcuni
imprenditori ed avrebbe contrastato i legami che il generale Leyers, re-
sponsabile tedesco per l'andamento e la produzione bellica sul territorio
della RSI, aveva intessuto con altre principali imprese strategiche. Di ben
altro tenore fu la seconda parte della premessa del 13 gennaio. "La gestione
dell'azienda, sia essa a capitale pubblico sia a capitale privato", enunciava il se-
condo paragrafo "è socializzata; ad essa prende parte il lavoro". Le aziende
statalizzate sarebbero state gestite da "Consigli di gestione" eletti da tutti
i lavoratori (operai, impiegati e tecnici) delle aziende. Il Consiglio di ge-
stione di ogni azienda avrebbe sostituito il precedente Consiglio d'ammi-
nistrazione, o organismo equipollente, ed avrebbe deciso "su tutte le questioni
inerenti allo svolgimento della produzione, nel quadro del piano unitario nazionale
determinato dai competenti organi della Repubblica Sociale Italiana". N elle aziende
a capitale privato gli organi amministrativi venivano viceversa riconfer-
mati, ma sarebbero stati integrati da una rappresentanza di operai, im-
piegati e tecnici delle aziende in numero uguale a quello dei rappresentanti
eletti dalle assemblee degli azionisti. Infine, nelle aziende individuali ed
in quelle prevedenti la figura dell'amministratore unico con almeno cin-
quanta dipendenti, sarebbe stato previsto un Consiglio dei lavoratori di
almeno tre membri, che avrebbe affiancato l'imprenditore o l'amministra-
tore nelle scelte aziendali interne e strategiche. Oltre a ribadire il sistema
pianificato, tema caro al Mussolini riconquistato alle idee giovanili, il pa-
ragrafo codificava quanto il Congresso di Verona del Partito Fascista Re-
pubblicano aveva sancito nel novembre 1943: il prestatore di forza-lavoro
(8) Glauco Buffarini Guidi, La vera verità, Sugar, Milano, 1970, p. 150.
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