Page 276 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LE  STRUTIURE DELLA  RSI  ED  l  PROCESSI  DI  VERONA             275

               veniva inserito all'interno della gestione delle aziende, al fianco dello Sta-
               to oppure, nel caso di imprese private, dei prestatori di capitale o del pro-
               prietario. <9l
                    La Premessa del 13 gennaio proseguiva con la descrizione del "Capo
               dell'azienda", il quale sarebbe stato sia nel caso di aziende pubbliche che
               private, "politicamente e giuridicamente responsabile dell'andamento della produ-
               zione di fronte  allo  Stato"  ed avrebbe potuto "essere  rimosso  e destituito"  se la
               sua attività non avesse risposto "alle esigenze della produzione e alle norme sul-
               la disciplina e alla tutela de/lavoro". Se la questione appariva consequenzia-
               le per le aziende statalizzate (il capo dell'azienda sarebbe stato di nomina
               governativa, ed il Governo avrebbe potuto rimuoverlo), l'immissione del-
               lo Stato - quale supremo controllore e garante - nell'attività delle azien-
               de private ribadiva una statalizzazione de facto anche delle imprese private.
               Le aziende private venivano dunque trasformate in imprese cogestite dai
               lavoratori e lo Stato repubblicano-sociale, che dei lavoratori era il supre-
               mo rappresentante,  ne garantiva l'amministrazione.  Il  paragrafo si  con-
               cludeva con un breve riferimento alla ripartizione degli utili. Questi non
               sarebbero stati limitati nella loro distribuzione ai prestatori di capitale ed
               avrebbero dovuto essere congruamente ripartiti anche tra i lavoratori. Le
               eventuali eccedenze sarebbero state amministrate dall'Istituto di Gestione
               e Finanziamento e impiegate "per scopi di carattere sociale".  Quindi un'ulte-
               riore riduzione del ruolo giocato dal capitale ed una maggiore responsabi-
               lizzazione  delle  maestranze  che,  almeno  nelle  speranze  del  Governo,
               avrebbero  individuato  un  interesse  personale  nell'accorta gestione  delle
               aziende. La Premessa, che anticipava le direttive principali di un provve-
               dimento legislativo più ampio - come il quarto paragrafo annunciava -
               venne accolta  con  perplessità dalle  autorità germaniche.
                    All'indomani della  pubblicazione della  Premessa,  il  Ministro pleni-
               potenziario tedesco Rahn si incontrò con Pavolini, il Ministro dell'Econo-
               mia Corporativa Angelo Tarchi ed il sottosegretario al Lavoro del ministero
               dell'Economia, Marchiandi. '' ... sono state fatte valere'', avrebbe scritto Rahn
               nella relazione al suo ministero ''le preoccupazioni che ne potevano derivare per
               l'economia  di guerra" . I dirigenti italiani si  sforzarono di tranquillizzare il
               Ministro plenipotenziario tedesco:  Pavolini definì la Premessa una mera
               "dichiarazione di principio"; Tarchi ne sminuì la portata chiarendo a Rahn


               (9)  Luigi Bolla, Perché a Salò, Diario della  Repubblica Sociale  Italiana, (a cura di Giordano
                  Bruno Guerri),  Bompiani,  Milano,  1982,  p.  154.








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