Page 281 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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in base alle due matrici originarie, che avrebbero mantenuto le loro ri-
spettive strutture autonome. L' "IRI Sezione I.Ge.Fi-gestione" avrebbe cu-
rato l'amministrazione del capitale delle imprese di proprietà dello Stato,
il controllo della loro attività, la partecipazione per conto dello Stato al
capitale di imprese pubbliche e private nonché lo smobilizzo di partecipa-
zioni o di attività che lo Stato non aveva interesse a conservare. L' "IMI
Sezione I.Ge.Fi-finanziamento" si sarebbe occupata del finanziamento di
tutte le imprese, sia pubbliche che private. Questa sezione avrebbe anche
curato la raccolta degli utili di gestione delle imprese pubbliche e di quelle
a partecipazione statale per destinarli, insieme al risparmio derivante dal
credito mobiliare, a nuovi investimenti e ad operazioni di finanziamento.
Veniva di nuovo ribadita la presenza dello Stato nella sfera imprendito-
riale privata, dando alla ex IMI il ruolo di finanziatore unico.
L'ultimo titolo del decreto riprendeva il principio dell' "equa riparti-
zione degli utili" nelle imprese socializzate, limitando i profitti degli azioni-
sti e coinvolgendo le maestranze nel godimento degli utili. Mentre le quote
di ripartizione agli azionisti sarebbero state definite di anno in anno, il
riparto della residua quota di utili fra i lavoratori sarebbe avvenuto te-
nendo conto delle remunerazioni complessive percepite dal singolo dipen-
dente durante l'anno d'esercizio ed in misura non superiore al trenta per
cento delle remunerazioni stesse. Le eventuali eccedenze sarebbero state
amministrate dall'I.Ge.Fi e destinate a scopi principalmente di natura so-
ciale. La ripartizione degli utili ai lavoratori non avrebbe dovuto risolver-
si nella distribuzione di "forse modeste" somme di denaro, ma avrebbe potuto
trasformarsi in "idonee misure di investimenti e di capitalizzazione" a favore
dei beneficiari: rate di ammortamento per l'acquisto di case, premi di as-
sicurazione, acquisto di speciali serie di obbligazioni dell'Istituto di Ge-
stione e Finanziamento a rendimento di particolare favore eccetera. Ma
al di là dello scarso contenuto pratico di quest'ultimo provvedimento, il
principio stesso della limitazione dei benefici dei prestatori di capitale nelle
imprese a vantaggio delle maestranze o di una cassa sociale nazionale da-
va un ulteriore colpo - almeno in linea teorica - alla tradizionale struttu-
ra economico-sociale capitalista, stravolgendo gran parte della precedente
legislazione del Regime (dalla "linea De Stefani" alla Carta del Lavoro ed
al corporativismo) e ponendo la RSI in uno strano "limbo" economico
sociale che la faceva assomigliare sempre di più, tra la generale preoccu-
pazione de~Sli alleati tedeschi e degli imprenditori, ad uno Stato collettivi-
sta e financo socialista.
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