Page 282 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 282

LE  STRUTTURE  DELLA  RSI  ED  I  PROCESSI  DI  VERONA            281

                    Di questo avviso  fu  ad esempio Guido Buffarini-Guidi, il  quale,  in
               una lettera a Mussolini scriveva che "La 'socializzazione' è 'mezzo' e non fine
               e .. .la Repubblica Sociale Italiana intende di agire con rigida  'consequenzialità' fino
               alle estreme conseguenze:  la trasformazione della struttura politica sociale dello  Sta-
               to".OS)  Una  posizione  simile  a  quella  del  Ministro  dell'Interno fu  quella
               di  Piero Pisenti,  per il  quale "lo  Stato  corporativo,  frutto,  per quanto  insigne,
               di un compromesso con la Monarchia,  doveva oramai venire sostituito dalla creazio-
               ne  della  socializzazione  repubblicana" .09)  La  socializzazione  fu  dunque l'en-
               nesima  prova della  volontà di  Mussolini  e del  fascismo  repubblicano  di
               rompere  con  il  passato  "riformista"  e  "gradualista"  (in  un  curioso  ma
               non casuale parallelismo con l'eterna divisione del  movimento socialista
               del Ventennio e di compiere quel "salto di qualità", almeno teoricamen-
               te,  nel  campo  "rivoluzionario"  ed  anticapitalista.  Ma  la  socializzazione
               fu  anche un avvertimento lanciato alle autorità del sud, al governo Bono-
               mi ed agli anglo-americani: essa avrebbe dovuto essere, come scrisse il Ca-
               po della provincia di La Spezia Franz Turchi nelle sue memorie, una "bomba
               ad effetto ritardato, lanciata da chi sapeva di avere i giorni contati,  nel campo dei
               successori".< 20 ) Ed il  concetto di  "mine sociali"  da disseminare in tutta l'I-
               talia settentrionale sarebbe stato ripreso dal Duce nel suo discorso del Li-
               rico: " ... il seme gettato.  Qualunque cosa accada,  questo seme è destinato a germogliare.
               È il principio  che  inaugura  quello  che  otto  anni or  sono,  qui a  Milano,  di fronte
               a cinquecentomila persone acclamanti,  vaticinai  'secolo  del lavoro ',  nel quale il la-
               voratore esce dalla condizione economico-morale di salariato per assumere quella di
               produttore, direttamente  interessato  agli sviluppi dell'economia  e al benessere  della
                        21
               nazione".  < )  La  socializzazione  fu  anche  un  tentativo  di  riconquistare  le
               simpatie di una classe lavoratrice sempre più controllata da partiti della
               sinistra, in primo luogo dal Partito comunista, e fu  parimenti un segnale,
               disperatamente lanciato ad alcune forze politiche contigue ai presupposti
               repubblicano-sociali del  neofascismo (il  Partito socialista ed il  Partito re-
               pubblicano). Sostenuto dagli uni per sincero credo e dagli  altri per mero
               opportunismo, quello che Bolla avrebbe definito "un atto  veramente rivolu-
                        22
               zionario" < )  ebbe  dunque  molte  motivazioni  - troppe  - che  lo  resero


               (18)  Glauco  Buffarini  Guidi,  op.  cit.,  p.  91.
               (19)  Piero  Pisenti,  op.  cit.,  p.  99.
               (20)  Franz Turchi,  Prefetto  con  Mussolini,  Latinità,  Roma,  1950,  p.  91.
               (21)  Edoardo  e  Duilio  Susmel,  op.  cit.,  p.  133.
               (22)  Luigi  Bolla,  op.  cit.,  p.  138.








   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   281                                                     07/03/16   15:08
   277   278   279   280   281   282   283   284   285   286   287