Page 279 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               approvato il "Decreto legislativo sulla socializzazione dell'impresa". Il de-
               creto era preceduto da una premessa, dove venivano stigmatizzati i criteri
               e le finalità del provvedimento: "Accompagnare l'azione delle armi con  l'affer-
               mazione di un'idea politica";  "Rivendicare la concezione  mussoliniana di una più
               alta giustizia sociale, di una più equa distribuzione della  ricchezza, della parteci-
               pazione de/lavoro alla vita dello  Stato";  "Contrapporre alla concezione comunista,
               che  si  risolve  in  un capitalismo  di  Stato,  nel quale i  singoli fattori produttivi non
               hanno diritto di rappresentanza né di partecipazione alla vita dello  Stato,  il concetto
               fascista  e nazional socialista,  che  vuoi portare il capitale e il lavoro  a  collaborare
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               alla  vita  stessa  dello  Stato". 0 >
                    Il decreto del 12 febbraio si risolveva in tre questioni principali: l' im-
               missione del lavoro  nella gestione delle imprese, il trapasso delle aziende
               di primaria importanza pubblica da una gestione privata ad una gestione
               statale, la limitazione degli  utili distribuiti al  capitale e la loro ridistribu-
               zione.  Il decreto  riprendeva ed ampliava le  direttive enunciate dalla Pre-
               messa del mese precedente, distinguendo con maggior precisione i diversi
               casi di socializzazione in funzione dei differenti regimi giuridici delle im-
               prese (imprese individuali, società in nome collettivo ed in accomandita,
               società per azioni ed a responsabilità limitata, aziende in proprietà dello
               Stato); ribadito il principio dell'allargamento della gestione alle maestran-
               ze,  con la creazione di Consigli di gestione composti da almeno tre lavora-
               tori che avrebbero affiancato il  proprietario nelle imprese individuali, di
               Consigli di gestione suddivisi in numero pari tra azionisti e lavoratori nel-
               le società per azioni e di Consigli di gestione delle aziende statali, compo-
               sti totalmente dai rappresentanti delle maestranze. In ogni caso, le imprese
               che non avevano la forma delle società per azioni sarebbero state socializ-
               zate soltanto se impiegavano almeno cento dipendenti ed avevano almeno
               un milione di capitale versato: "Questo limite minimo sembra giustificato dalla
               opportunità di non appesantire eccessivamente l'amministrazione delle più piccole im-
               prese, per le  quali potrà  essere  studiata in  altra sede  una  trasformazione  in senso
               cooperativistico, per l'inserzione,  anche in  essa,  del lavoro  sul piano direttivo". OSl
               Veniva quindi definita la  figura  del capo dell'impresa,  che ebbe stato di
               nomina governativa nel caso delle imprese st.atalizzate mentre avrebbe man-
               tenuto le  prerogative previste dal codice civile nel caso di aziende in pro-
               prietà privata, restando quindi di volta in volta lo stesso proprietario, un



               (14)  Eduardo  e  Duilio  Susmel,  op.  cit.,  p.  41-42.
               (15)  PFR-Federazione dei  Fasci Repubblicani di  Milano,  Brigata Nera  "Aldo  Resega" ,
                   op.  cit.,  p.  291.








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