Page 279 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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278 MARCO CUZZI
approvato il "Decreto legislativo sulla socializzazione dell'impresa". Il de-
creto era preceduto da una premessa, dove venivano stigmatizzati i criteri
e le finalità del provvedimento: "Accompagnare l'azione delle armi con l'affer-
mazione di un'idea politica"; "Rivendicare la concezione mussoliniana di una più
alta giustizia sociale, di una più equa distribuzione della ricchezza, della parteci-
pazione de/lavoro alla vita dello Stato"; "Contrapporre alla concezione comunista,
che si risolve in un capitalismo di Stato, nel quale i singoli fattori produttivi non
hanno diritto di rappresentanza né di partecipazione alla vita dello Stato, il concetto
fascista e nazional socialista, che vuoi portare il capitale e il lavoro a collaborare
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alla vita stessa dello Stato". 0 >
Il decreto del 12 febbraio si risolveva in tre questioni principali: l' im-
missione del lavoro nella gestione delle imprese, il trapasso delle aziende
di primaria importanza pubblica da una gestione privata ad una gestione
statale, la limitazione degli utili distribuiti al capitale e la loro ridistribu-
zione. Il decreto riprendeva ed ampliava le direttive enunciate dalla Pre-
messa del mese precedente, distinguendo con maggior precisione i diversi
casi di socializzazione in funzione dei differenti regimi giuridici delle im-
prese (imprese individuali, società in nome collettivo ed in accomandita,
società per azioni ed a responsabilità limitata, aziende in proprietà dello
Stato); ribadito il principio dell'allargamento della gestione alle maestran-
ze, con la creazione di Consigli di gestione composti da almeno tre lavora-
tori che avrebbero affiancato il proprietario nelle imprese individuali, di
Consigli di gestione suddivisi in numero pari tra azionisti e lavoratori nel-
le società per azioni e di Consigli di gestione delle aziende statali, compo-
sti totalmente dai rappresentanti delle maestranze. In ogni caso, le imprese
che non avevano la forma delle società per azioni sarebbero state socializ-
zate soltanto se impiegavano almeno cento dipendenti ed avevano almeno
un milione di capitale versato: "Questo limite minimo sembra giustificato dalla
opportunità di non appesantire eccessivamente l'amministrazione delle più piccole im-
prese, per le quali potrà essere studiata in altra sede una trasformazione in senso
cooperativistico, per l'inserzione, anche in essa, del lavoro sul piano direttivo". OSl
Veniva quindi definita la figura del capo dell'impresa, che ebbe stato di
nomina governativa nel caso delle imprese st.atalizzate mentre avrebbe man-
tenuto le prerogative previste dal codice civile nel caso di aziende in pro-
prietà privata, restando quindi di volta in volta lo stesso proprietario, un
(14) Eduardo e Duilio Susmel, op. cit., p. 41-42.
(15) PFR-Federazione dei Fasci Repubblicani di Milano, Brigata Nera "Aldo Resega" ,
op. cit., p. 291.
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