Page 283 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               di conseguenza fumoso ed inefficace. La difficile lettura del provvedimen-
               to  del  12  febbraio  coinvolse addirittura gli  stessi  dirigenti  del  Governo.
               Ugo Manunta, direttore del quotidiano,  "Sera" e poi Direttore Generale
               per la Socializzazione presso il futuro Ministero del Lavoro, convinto so-
               stenitore del decreto, ci lascia una testimonianza ricca di perplessità e dubbi.
               ''In senso obbiettivo e generale è difficile dire se la socializzazione fu concepita quale
               coronamento dell'edificio fascista  o se fu l'ultima trovata della propaganda littoria;
               se  le sue applicazioni siano state regolate con  il contagocce dell'opportunismo politico
               o non piuttosto rallentate dall'incomprensione e dalla  non  disinteressata  avversione
               degli occupanti germanici - militari e civili - e di una parte non trascurabile delle
               stesse gerarchie fasciste; se,  in altre parole, fu un atto sincero o un semplice espediente;
               se fu  un gesto di opportunità  'in extremis' oppure lo  sbocco  logico  di un  determinato
               orientamento politico  che  la storia  con  il suo precipitare ha strozzato,  negandogli il
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               tempo  necessario  a  trasfondersi  nella  realtà''. < 3l
                    Il decreto entrò in vigore il 30 giugno 1944 e dal 31 luglio iniziarono
               ad essere socializzate alcune aziende giornalistiche e case editrici (la SAM,
               di proprietà della famiglia Mussolini, la Mondadori, la Zanichelli, la Gar-
               zanti, la  UTET, la  Hoepli, la  Bopianti e la  Ricordi),  mentre da dopo l'e-
               state  iniziò,  lentamente,  il  processo  di  socializzazione  di  alcune  delle
               principali imprese industriali (FIAT, Alfa Romeo, Ansaldo, Dalmine, Mo-
               tomeccanica,  Sant'Eustachi).  Nell'aprile  1945  le  imprese  socializzate
               sarebbero  state  89,  pari  a  129  mila  dipendenti  e  4119  miliardi  di
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               capitale. < l
                    Quindi, gli  effetti  del decreto del  12  febbraio  furono  assai  limitati.
               Ancora Manunta ne illustrava le cause dell'inefficacia, a cominciare dalle
               carenze giuridiche del provvedimento. I lunghi tempi burocratici -  crea-
               ti ad hoc secondo Manunta per non suscitare ulteriori nervosismi da parte
               tedesca  -  comportarono un corrispondente  allungamento  dei  tempi  di
               socializzazione (non meno di tre mesi). Ma il decreto ebbe anche degli op-
               positori più concreti. In primo luogo il CLN, con le sue diramazioni tanto
               tra le  classi lavoratrici quanto tra una certa  imprenditoria, che  non solo
               non  raccolse  il  segnale  di  Gargnano,  ma  rispose  alla  socializzazione con
               gli scioperi del marzo 1944. Un'altra opposizi<1ne fu  quella già menziona-
               ta delle autorità germaniche. Il  14 febbraio, come risposta alla sopra citata



               (23)  Ugo  Manunta,  La caduta degli  angeli  (Storia  intima dalla  Repubblica  Sociale  Italiana),
                   Azienda  editoriale  italiana,  Roma,  1947,  p.  35 .
               (24)  Glauco  Buffarini  Guidi,  op.  cit.,  p.  91.








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