Page 470 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LE  ATIIVITÀ  DI  ISTITUTO DELLA  GUARDIA DI  FINANZA             469

               da ritenersi prevalenti rispetto al dato negativo della indiretta collabora-
               zione che, in tal modo, veniva offerta al nemico. Le disposizioni impartite
               dal comando generale con la circolare 897 /R. Op. del 28 agosto  1943 eb-
               bero un'importanza fondamentale nell'orientare l'azione dei comandanti
               nei giorni immediatamente successivi all'armistizio e  nel determinare le
               scelte  personali  che  tutti  dovettero  compiere.  Esse  conseguirono  indub-
               biamente lo scopo di assicurare la sopravvivenza dell'istituzione,  che ri-
               mase integra, mentre le strutture politiche e militari dello Stato si dissol-
               vevano.  Gli uomini dei battaglioni mobilitati in parte riuscirono a  rien-
               trare fortunosamente in Patria, in parte si  unirono alle formazioni  della
               resistenza locale, in prevalenza presero la strada dei campi di internamen-
               to  in Polonia ed in Germania,  come i loro commilitoni  delle  altre forze
               armate. In Italia, invece, la struttura territoriale continuò a funzionare quasi
               senza soluzioni di continuità e dopo qualche incertezza iniziale ai finan-
               zieri fu riconosciuto dai comandi tedeschi lo status di appartenenti alle forze
               di  polizia,  che implicava  il  mantenimento  delle  armi e  delle  uniformi  e
               la  disponibilità delle caserme; lineamenti del regime di occupazione del
               territorio italiano a nord della linea di contatto con le forze anglo-americane,
               definiti tra la  primavera e l'estate  1943, furono  sanzionati,  com'è  noto,
               nell'"Ordine del Fuhrer"  del  10 settembre, il quale prevedeva tre diverse
               situazioni:
                  una zona delle retrovie, soggetta esclusivamente all'autorità dei coman-
                  di  operativi della  Wehrmacht;
                  due "zone operative speciali", il Voralpenland e l'Adriatisches Kustenland,
                  nelle quali era tollerata la presenza di autorità amministrative italiane
                  sotto il  diretto  controllo  di  funzionari  germanici;
                  il rimanente territorio del regno,  definito inizialmente come "territo-
                  rio occupato" e poi, dalla fine di settembre, riconosciuto come sogget-
                  to  alla  sovranità della  Repubblica Sociale.
                    Una quarta situazione particolare si delineò, come vedremo, per Ro-
               ma, dichiarata "città aperta" e soggetta ad un comandante militare diret-
               tamente dipendente dal comandante supremo del sud-ovest,  maresciallo
               Kesselring. Le vicende della Guardia di Finanza furono diverse, a seconda
               dell'area geografica in cui vennero a trovarsi gli elementi della sua struttu-
               ra, che, escluse le regioni meridionali già occupate dagli alleati, compren-
               deva, alla fine di settembre, dieci legioni, agli ordini di quattro comandi
               di zona, retti da generali di brigata e ubicati a Firenze, Genova, Venezia
               e Trieste.








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