Page 471 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                   Nel territorio formalmente soggetto alla  sovranità della RSI,  la pre-
              senza  dell'occupante  tedesco  si  manifestava  con  una  struttura  politico-
              amministrativa comprendente tre distinti- e reciprocamente indipendenti
              - ordini di autorità, emanazione di altrettanti centri di potere del sistema
              nazista:
                 l'amministrazione militare (Militaverwaltung), articolata in comandi ter-
                 ritoriali, a capo della quale era il "generale plenipotenziario" Toussaint,
                 direttamente  dipendente  dall'O.K.W.,  il  comando  supremo  della
                 Wehrmacht;

                 la rappresentanza diplomatica presso il governo della RSI, affidata al-
                 l'ambasciatore Rahn,  espressione  del  ministero  degli  esteri;
                 l'autorità di polizia,  nella  persona dell' SS-Obergruppenfuhrer  e generale
                 di  polizia  W olff,  agli  ordini del  Reichfiihrer-SS  Himmler.
                   All'interno di tale struttura le singole autorità non smisero di compe-
              tere aspramente per tutta la durata dell'occupazione, malgrado i tentativi
              di coordinamento dell'ambasciatore Rahn.  E ciò anche dopo il  rimaneg-
              giamento che la struttura subì dopo l'attentato ad Hitler nel luglio  1944,
              in conseguenza del quale Toussaint fu  inviato quale governatore in Boe-
              mia e Mora via,  mentre Wolff assumeva anche la  responsabilità dell' am-
              ministrazione militare.
                   L'altra organizzazione politica coesistente sullo stesso territorio, quella
              della RSI, dovette affrontare immediatamente il problema dell'assetto da
              conferire alle forze armate, premessa ovviamente necessaria per quella ri-
              presa della  lotta al  fianco  dei  tedeschi  che  costituiva la  ragione  d'essere
              del  nuovo  regime.
                   Si  contrapponevano,  come si  sa,  due concezioni:
                 l'esercito come milizia politica a base rigorosamente volontaria, unica
                 forza militare del regime; in pratica, la  ricostituzione della MVSN sul
                 modello  delle SS  germaniche;
                 le forze armate come luogo di realizzazione dell'unità nazionale contro
                 l'invasore straniero, caratterizzate da assoluta apoliticità e dal tradizio-
                 nale  reclutamento,  parte volontario  e  parte per coscrizione.
                   La seconda tesi, che in sostanza auspicava una soluzione di tipo tra-
              dizionale, sostenuta dal maresciallo Graziani, ebbe il sopravvento e !"Eser-
              cito nazionale repubblicano", istituito con decreto del duce 27 ottobre 1943
              non presentò in realtà  novità radicali  rispetto al suo predecessore regio,
              che  con lo  stesso  provvedimento veniva  disciolto.









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