Page 471 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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470 PIERPAOLO MECCARJELLO
Nel territorio formalmente soggetto alla sovranità della RSI, la pre-
senza dell'occupante tedesco si manifestava con una struttura politico-
amministrativa comprendente tre distinti- e reciprocamente indipendenti
- ordini di autorità, emanazione di altrettanti centri di potere del sistema
nazista:
l'amministrazione militare (Militaverwaltung), articolata in comandi ter-
ritoriali, a capo della quale era il "generale plenipotenziario" Toussaint,
direttamente dipendente dall'O.K.W., il comando supremo della
Wehrmacht;
la rappresentanza diplomatica presso il governo della RSI, affidata al-
l'ambasciatore Rahn, espressione del ministero degli esteri;
l'autorità di polizia, nella persona dell' SS-Obergruppenfuhrer e generale
di polizia W olff, agli ordini del Reichfiihrer-SS Himmler.
All'interno di tale struttura le singole autorità non smisero di compe-
tere aspramente per tutta la durata dell'occupazione, malgrado i tentativi
di coordinamento dell'ambasciatore Rahn. E ciò anche dopo il rimaneg-
giamento che la struttura subì dopo l'attentato ad Hitler nel luglio 1944,
in conseguenza del quale Toussaint fu inviato quale governatore in Boe-
mia e Mora via, mentre Wolff assumeva anche la responsabilità dell' am-
ministrazione militare.
L'altra organizzazione politica coesistente sullo stesso territorio, quella
della RSI, dovette affrontare immediatamente il problema dell'assetto da
conferire alle forze armate, premessa ovviamente necessaria per quella ri-
presa della lotta al fianco dei tedeschi che costituiva la ragione d'essere
del nuovo regime.
Si contrapponevano, come si sa, due concezioni:
l'esercito come milizia politica a base rigorosamente volontaria, unica
forza militare del regime; in pratica, la ricostituzione della MVSN sul
modello delle SS germaniche;
le forze armate come luogo di realizzazione dell'unità nazionale contro
l'invasore straniero, caratterizzate da assoluta apoliticità e dal tradizio-
nale reclutamento, parte volontario e parte per coscrizione.
La seconda tesi, che in sostanza auspicava una soluzione di tipo tra-
dizionale, sostenuta dal maresciallo Graziani, ebbe il sopravvento e !"Eser-
cito nazionale repubblicano", istituito con decreto del duce 27 ottobre 1943
non presentò in realtà novità radicali rispetto al suo predecessore regio,
che con lo stesso provvedimento veniva disciolto.
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