Page 473 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               potente ministro degli Interni Buffarini Guidi, la  Polizia  Repubblicana,
               che anzi accentuò le proprie caratteristiche militari, costituendo battaglio-
               ni in uniforme e bene armati. In un simile contesto, è da presumere che
               anche il ministro Pellegrini  non abbia incontrato eccessive difficoltà nel
               sostenere la tesi della sopravvivenza della Guardia di Finanza come orga-
               nizzazione autonoma, evitandone sia l'integrazione nella G.N.R. che l'im-
               piego in compiti diversi da quelli di polizia tributaria ed economica. Spazi
               per un'azione autonoma, anche rispetto alle stesse autorità della RSI,  fu-
               rono offerti anche dai rapporti con l'amministrazione militare tedesca. Al-
               l'interno di quest'ultima si manifestò, negli ultimi mesi dell943, un grave
               conflitto di competenze intorno al problema del controllo dell'economia
               di guerra. Il generale Leyers,  rappresentante in Italia del ministero degli
               armamenti e della  produzione bellica - il RuK,  il cui capo Albert Speer
               occupava una delle posizioni chiave del sistema di potere hitleriano - ri-
               fiutava infatti di lasciarsi inquadrare nel "dipartimento economia" della
               Militarverwaltung,  rivendicando  un  ruolo  del  tutto autonomo al proprio
               ufficio di Milano, ed ai suoi emissari nei  principali centri industriali del
               Paese. L'ufficiale tedesco - nella vita civile un importante dirigente indu-
               striale - pur avendo ricevuto mano libera per lo sfruttamento delle risor-
               se economiche italiane dall'ordine del Fuhrer del lO settembre, aveva infatti
               preferito la strada della collaborazione con il mondo imprenditoriale del-
               l'Italia settentrionale. L'ufficio milanese del RuK divenne così il centro di
               un'importante rete di affari, e Leyers assunse una posizione tale da con-
               sentirgli di interferire pesantemente nella  vita  politica della  RSI,  contri-
               buendo ad esempio, al fallimento dell'esperimento di socializzazione delle
               imprese con l'appoggio assicurato alle manovre dilatorie degli industriali
               italiani. Pur costretto ad accettare l'inquadramento formale nella MV, quin-
               di, egli riuscì ad evitare interferenze nella propria azione sia da parte dei
               comandi  militari  sia,  a  maggior  ragione,  dagli  organi  della  repubblica
               sociale.

                    Ne conseguì che, malgrado l'enfasi posta sul tema dello sforzo belli-
               co dal fascismo repubblicano, nella RSI venne soppressa l'organizzazione
               che, prima dell'armistizio, aveva provveduto al controllo dell'industria degli
               armamenti, organizzazione che faceva capo al ministero della produzione
               bellica, alle dipendenze del quale operava un comando della Guardia di
               Finanza, articolato in tanti  nuclei  "fabriguerra"  quante erano le  delega-
               zioni interregionali del ministero stesso. Quest'ultimo fu formalmente sop-
               presso con decreto del duce 2 febbraio  1944, n.  93, ed il comando della








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