Page 476 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LE  ATTIVITÀ  DI  ISTITUTO  DELLA  GUARDIA  DI  FINANZA           475

               nucleo di polizia annonaria, incaricato delle investigazioni in materia di
               frodi,  una serie di posti di controllo sulle vie consolari ed in taluni punti
               sensibili, ed un "reparto scorte", per la  protezione delle autocolonne de-
               stinate ai  rifornimenti  alimentari.

                    In Friuli ed a Trieste- nel goriziano e nell'Istria i presidi della Guardia
               di Finanza erano quasi completamente scomparsi dopo essersi sacrificati
               nella difesa della popolazione italiana contro i partigiani slavi, nei giorni
               successivi  all'armistizio  - l'iniziativa  delle  autorità tedesche si  concretò
               nell'organizzazione, fin dal dicembre 1943 di un organismo di polizia eco-
               nomica, alle dirette dipendenze di un commissario germanico, con un uf-
               ficio centrale a Trieste e "sottouffici" in varie località della Venezia Giulia.
               Oltre ad una polizia economica "interna", se ne ebbe anche una "di con-
               fine", costituita da una catena di posti fissi  dislocati lungo il margine oc-
               cidentale della zona, cioè verso il resto d'Italia, per impedire l'esportazione
               di  derrate  dal litorale.
                    Molto meno facile  fu  la  ricerca di un modus vivendi con l'occupante
               sul terreno della vigilanza al confine, assai meno propizio al compromes-
               so. La frontiera itala-svizzera - le altre erano oggetto di rigoroso controllo
               operativo da parte dei comandi militari tedeschi - costituiva un elemento
               di importanza cruciale sia  dal punto di vista dell'occupante che,  per ra-
               gioni opposte, da quello del movimento di resistenza, fortemente interes-
               sato a mantenere aperta una via di comunicazione con i centri dei servizi
               segreti  alleati  operanti  nella  confederazione,  ed  a  garantire  una  provvi-
               denziale possibilità di espatrio ad esponenti politici, perseguitati razziali,
               prigionieri evasi. In un primo tempo ai finanzieri dislocati lungo il confi-
               ne - a quanti erano rimasti alloro posto, dopo l'esodo dei giorni successi-
               vi all'armistizio - si affiancarono le guardie doganali militarizzate di un
               battaglione della Zollgrenzschuztz,  sceso in Valtellina dallo Stelvio il  19 set-
               tembre, il quale stabilì il proprio comando a Como, con compagnie a Ti-
               rano, Chiavenna e Varese ed una cinquantina di distaccamenti. Ma appena
               il movimento partigiano si profilò in tutta la sua gravità, il controllo della
               frontiera  fu  assunto direttamente dal comando delle SS,  che si  avvalsero
               largamente di militi fascisti, successivamente inquadrati in una specialità
               confinaria  della  G.N.R.
                    I rapporti con questi ultimi furono subito pessimi, e generarono in-
               cidenti a ripetizione, tra i quali l'arresto dei comandanti della compagnià
               e della tenenza di Chiavenna, e  poi dello  stesso  comandante del gruppo
               di Como, accusati di appoggiare i partigiani, mentre era frequente la  di-








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