Page 480 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'INDUSTRIA ITALIANA
AL SERVIZIO DEI TEDESCHI
ANDREA CURAMI
PAOLO fERRARI
I danni di guerra
''I danni della guerra erano stati vistosi. Nelle grandi città, gran parte del
patrimonio di abitazioni era andato distrutto o danneggiato, la rete stradale era
sconvolta per gli innumerevoli crolli di ponti e opere d'arte, la rete ferroviaria era
pressoché paralizzata, perché, oltre ai danneggiamenti alle linee, era andata di-
strutta la parte maggiore delle locomotive e delle vetture. Tuttavia, al di là di questi
aspetti gravi ma rimediabili, i danni inferti all'apparato industriale risultarono
meno estesi del previsto. I settori più colpiti erano .quello della siderurgia, che aveva
perso un quarto dei propri impianti (in particolare, lo stabilimento di Cornigliano
era stato smantellato dalle truppe tedesche in ritirata), quello dell'industria mecca-
nica, e quello della marina mercantile (che aveva perso il90 per cento del naviglio).
Negli altri settori, si stima che fosse andato perduto non più del 4-5 per cento della
capacità di produzione. Lì per lì, anche per la mancanza di valutazioni corrette
e per la frammentarietà e il disordine con cui le rilevazioni venivano eseguite, sem-
brò che i danni fossero assai maggiori; era peraltro chiaro fin da allora che le di-
struzioni erano state assai maggiori nel Mezzogiorno, dove la guerra era stata
combattuta per lunghi mesi, e che nelle regioni del Nord l'industria era rimasta
pressoché indenne. Può essere utile ricordare che già nell'anno 1946 il reddito nazio-
nale lordo raggiunse all'incirca il 60 per cento del livello prebellico, mentre nello
stesso anno in Germania il livello corrispondente era appena del 3 O per cento".< l)
È significativa l'espressione ("danni vistosi") usata da Augusto Gra-
ziani per definire l'entità dei danni di guerra all'apparato industriale: non
(l) Cfr. Augusto Graziani (a cura di), L 'economia italiana da/1945 a oggi, Bologna, Il Mu-
lino, 1972, p. 17.
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