Page 479 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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mesi del 1944, e si intensificarono nell'estate, in previsione di un crollo
del fronte che sembrava imminente, ed in concomitanza con l'inasprimento
della tensione con le autorità di Salò e con i tedeschi. In agosto la prospet-
tiva di una deportazione in massa indusse il comandante della legione di
Milano, colonnello Maloeri, a progettare il passaggio dell'intero reparto
circa tremila uomini, alle formazioni partigiane autonome dell'Ossola. Lo
stesso ufficiale, nei mesi successivi, in stretto contatto con i dirigenti del
Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, organizzò l'impiego delle
forze a sua disposizione nella fase di transizione, dando luogo a quello
che fu uno degli episodi decisivi dell'insurrezione- per il suo valore sim-
bolico se non sul piano strettamente militare - l'occupazione della prefet-
tura e dei principali edifici pubblici milanesi nella notte sul26 aprile 1945.
Episodi analoghi, anche se meno rilevanti, si verificarono a Genova, a To-
rino, a Venezia ed in quasi tutte le città dell'Italia del nord, compresa Trieste,
dove l'avventura dell'insurrezione si concluse tragicamente, per molti fi-
nanzieri, nella foiba di Basovizza.
La Guardia di Finanza, praticamente ovunque, giunse alla liberazio-
ne perfettamente integra nella sua struttura, ed efficiente quanto lo con-
sentivano le circostanze di ordine materiale. Il suo ruolo di legittima forza
di polizia le fu immediatamente riconosciuto dalle autorità del C.L.N., e
subito dopo da quelle dell'amministrazione militare alleata. Come ricorda
lo storico dell'A.M.G., C.R.S. Harris (Allied military administration of Italy
1943-1945, H .M. Stationary Office, London, 195 7), gli anglo-americani
rinunciarono a trasferire al nord forze di polizia da destinare al controllo
del confine ed alla vigilanza in materia economica, perché sapevano che
le Finance Guards là dislocate erano in grado di assolvere i loro compiti,
e si erano mantenute leali al governo legittimo. Come ci fossero riusciti,
è materia che a mio avviso trascende i limiti della "piccola storia" di un
Corpo, per assumere rilevanza di spunto per un'indagine di portata più
ampia, riguardante le vicende delle nostre istituzioni in uno dei loro mo-
menti di crisi più profonda.
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