Page 491 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                   Il fatto che le due serie abbiano analogo andamento consente di esclu-
               dere che le "ore di lavoro eseguite" corrispondessero a una mera presenza
               in fabbrica delle maestranze, appunto perché il consumo di energia è pa-
               ragonabile alle  medie prebelliche, pur considerando un'ovvia diminuzio-
               ne  delle  produzioni  a  scopi  "civili".
                    Ulteriori  elementi  sono  desumibili  dai  dati  relativi  all'Italia  setten-
               trionale:  se  vi  è un crollo  nel  1944 (rispetto al  1939) per la  produzione
               di combustibili fossili  o di bauxite, non altrettanto avviene per i minerali
               di ferro,  per i minerali di  manganese, per le  piriti di  ferro,  e più ridotto
               è per la  grafite.  E,  così,  la  media mensile  1939 viene  nel  1944 superata
               a maggio per la ghisa, mentre l'acciaio arriva nello stesso mese a  13 7 82 3
               tonnellate  (media  1939:  192 616).  Tra  maggio  e luglio  le  leghe  di  ferro
               superano  i  valori  medi  di  tutti gli  anni  1938-42  (in  questo  caso  medie
               relative  all'intero  territorio  nazionale),  mentre  considerevole,  sempre  in
                                                                                 20
               Italia settentrionale, risulta la  produzione di laminati, alluminio e zinco. < )
                    Un  trend produttivo  il  cui  apice è raggiunto  a  maggio,  mentre  con
               la fine dell'anno la situazione è completamente mutata. Lo  sfacelo genera-
               le  risulta così  evidente,  per esempio,  dall'entità delle scorte di  carbone o
               dalla consistenza trascurabile di quelle di lignite; dalla disponibilità di car-
               buranti e dalla situazione analoga per diverse materie prime (gomma, ra-
               me,  piombo,  fibre  tessili,  ecc.). (2!)  Si  può  riportare  il  solo  dato  relativo
               al  carbone:  nel  19 3 7-3 9  le  scorte medie  normali  si  aggira vano  per tutta
               l'Italia attorno ai  5 milioni di tonnellate,  "poco  meno  di un terzo  del consumo
               totale di  14 milioni di tonn in  media all'anno.  Secondo  calcoli degli esperti,  i  7110
               delle  scorte  complessive  si  trovavano  normalmente  ubicati  nella parte d'Italia  oggi
               a nord della linea del fronte.  È noto che i quantitativi di carbone forniti dalla Ger-
               mania sono  andati progressivamente  riducendosi  da due  anni a  questa parte e,  al
               momento attuale (gennaio  194 5) sono pressoché cessati.  Le scorte sono  andate per-
               tanto progressivamente  esaurendosi  e al 31 dicembre  1944''  erano  pari  a  ''una
               cifra  complessiva  di  284 046 tonn  (di  cui  35 241  tonn  appartenenti  alle ferrovie
               e 248 805 presso  le  industrie),  che  si può  arrotondare  con  larga  approssimazione



               (20)  lvi, anche  per  i  dati  rel~tivi ad  altri  comparti,  alla  remunerazione dei  lavoratOri,
                   al  costo  del  lavoro  e  ai  prezzi  di  produzione.
               (21)  Cfr.  i  dati  della  Commissione economica,  in  Archivio  Insmli,  Fondo  Merzagora,
                   b.  18,  f.  3.








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