Page 492 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'INDUSTRIA  ITALIANA  AL  SERVIZIO  DEI  TEDESCHI                491

               a 300 000 tonn, considerando le piccole scorte per il riscaldamento di ospedali e case
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               di  cura  e presso  altri settori  non  contemplati  nell'elenco". C >
                    Ne consegue che, se da un lato si può sottolineare l'esiguità delle scorte,
               pari al fabbisogno di una settimana, dall'altro si può notare che, al culmi-
               ne della crisi, le imprese continuavano a disporre delle materie prime es-
               senziali e che quindi nel corso dell'anno esse avevano potuto continuare
               a funzionare, sebbene con i ritmi e le scelte produttive propri di una eco-
               nomia  in guerra.C23)

                    E il quadro generale è assai meno fosco qualora si considerino i risul-
               tati delle società elettriche. La  remunerazione media del capitale investito
               nell'industria elettrica fu  del 7,64 nel  1942, del  5,32 l'anno successivo e
               del 3,84 nel 1944, ma i valori sono ancora più alti per le maggiori società.
               La  Edison distribuisce negli stessi anni dividendi del 7 ,92, del 7,45 e del
               6,85  e perfino nel  1945, mentre molte società sono in perdita, distribui-
                                                  2
               sce  dividendi  del  3 per cento circa.C 4>
                    Una spiegazione della riuscita difesa degli impianti idroelettrici del-
               l'Italia del nord per il periodo fino  all'autunno 1944 chiama ovviamente
               in  causa la  loro  necessità  in  relazione  all'obiettivo  tedesco  di  impiegare
               a fondo l'industria italiana· a sostegno del conflitto, mentre le asportazioni
               verificatesi nel centro-sud durante la ritirata si spiegano sia con il desiderio



               (22)  Cfr. Archivio lnsmli, Fondo Merzagora, b. 7, f. 4 (che comprende documenri della
                   Commissione economica del gennaio 1945 relativi a scorte e fabbisogno di materie
                   prime e materiali), "XV- Situazione delle scorte di materie prime e prodotti finiti".
               (23)  "Al3111211944 eravamo quindi con scorte ridotte a poco più di un  1112 di quelle anteguerra
                   che,  come è noto,  si riferivano ad un consumo già ridotto:  esse  rappresentano il fabbisogno  di
                   una settimana dei tempi normali", ivi.  Il documenro trattava poi le scorte di benzina
                   (200 tono, meno di un terzo dell'attuale (31 gennaio 1945) cosumo mensile) gaso-
                   lio (1000 tonn, un terzo dell'attuale ridottissimo consumo) metano (erogazione di
                   3 milioni  di metri  cubi  al mese),  per  passare  poi ai  lubrificanri,  alla  gomma,  ai
                   metalli non ferrosi, ai materiali siderurgici, alle fibre tessili, alla cellulosa e alla so-
                   da. Va sottolineato che secondo la relazione della Commissione Cenrrale Economi-
                   ca sulle  "Importazioni essenziali  italiane. Fabbisogno  1945" (Milano,  26 maggio
                   1945) (Archivio Insmli, Fondo Merzagora, b.  16, f.  6), "il fabbisogno mensile normale
                   delle province settentrionali si valuta intorno alle 800 mila tonnellate (su un conmmo naziona-
                   le  mensile di  1000-1200 tonn)".  Il documenro è poi significativo per le  capacità pro-
                   duttive dell'industria  italiana  subito  dopo  la  fine  del  conflitto.
               (24)  M. Ungaro (a cura di), L'industria elettrica italiana, cit., e M. Fini, Oligarchia elettrica
                   e Resistenza di fronte  al problema della  difesa  degli impianti.  Prime considerazioni sul caso
                   della  Società  Edison,  ci t.,  p.  276-277.








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