Page 497 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               Quando sia necessario colpire la produzione bellica tedesca con  interruzione delle  li-
               nee elettriche basta limitarsi a quelle distruzioni che possano paralizzare per alcuni
               giorni  o per  alcune  settimane  il regolare funzionamento  dell'industria".
                   Subito dopo si  precisa un ordine di importanza da seguire nell' even-
               tuale  opera  di  sabotaggio:
                    ''Si deve quindi assolutamente evitare di danneggiare le turbine, gli alternato-
               ri e i trasformatori la  cui sostituzione può  richiedere anche qualche anno.  È anche
               sconsigliabile il danneggiamento degli interruttori e dei quadri, perché a liberazione
               avvenuta - liberazione che è vicina - ci sarà estremamente difficile provvedere alla
               loro  riparazione.

                    Conviene invece interrompere le linee,  danneggiando qualche sostegno, possibil-
               mente nelle località  meno accessibili (preferibile sul culmine dei dossi)  e danneggiare
               le opere di chiusura (valvole,  paratoie, saracinesche) delle condotte forzate o gallerie
               in  pressione,  prendendo possibilmente  accordi  col personale  in  posto.
                    Per gli stabilimenti industriali è da evitare il danneggiamento delle macchine
               e l'incendio  dei fabbricati,  come  si  è verificato  in  qualche parte.
                    In  caso  di necessità conviene danneggiare  le cabine elettriche di alimentazione
               e cioè i quadri e gli interruttori;  ma questo deve  essere fatto  solo  nei casi di provata
               necessità per  le  difficoltà  che  avremo  dopo  a procedere  alle  necessarie  riparazioni.
               Se  necessario  si possono  ancora  danneggiare  i trasformatori  limitandosi però per  i
               grandi trasformatori a rompere gli isolatori passanti che sono oggi praticamente inso-
               stituibili, ma, ripetiamo,  questo deve  essere fatto  solo  in  caso  di provata e assoluta
               necessità''.

                    Che la  difesa  non potesse dipendere unicamente dall'impegno della
               Resistenza  emerge  da  molti  documenti  prodotti  dallo  stesso  movimento
               di liberazione. Così in un documento del Comando Volontari della Liber-
                                              2
               tà della  metà di febbraio  1945 <3 > relativo  alla  Valtellina,  cioè a  uno dei
               nodi decisivi nel sistema di produzione dell'energia elettrica, si precisano
               le condizioni che avrebbero consentito la difesa degli impianti: "occorre che
               i tedeschi,  oltre a rinunziare alla ritirata lungo  la  Valtellina, abbandonino anche
               la determinazione di opporre resistenza agli alleati avanzanti, valendosi del sistema


               (32)  Il documento costituisce la  risposta al "foglio in data  12 febbraio  1945 del coman-
                   do  Lombardia  delle  formazioni  Giustizia  e Libertà,  all'oggetto:  'Compiti  operati-
                   vi"' e si articola in: Progetto sommario per l'interruzione della strada dello Stelvio;
                   Interruzione della strada dell'Aprica; Sabotaggio delle opere di fortificazione;  Pro-
                   tezione degli  impianti elettrici (da  cui  si  cita), in  Archivio Ismli,  CVL,  b.  93, f.  5.








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