Page 499 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 499
498 ANDREA CURAMI - PAOLO FERRARI
produttive, mentre la missione Mattioli-Quintieri negli Stati Uniti (dal no-
vembre 1944 al marzo 1945) ebbe come risultato un cospicuo interesse
del capitale americano per i possibili investimenti nella ricostruzione del
paese, i cui due punti di forza erano individuati nella manodopera specia-
lizzata e nella disponibilità di energia di origine idroelettrica a basso co-
sto_04) Motivazioni economiche e politiche così si sostenevano a vicenda,
analogamente a quanto era avvenuto per i tedeschi, interessati alla conser-
vazione dell'apparato industriale italiano sia per i vantaggi diretti (i beni
prodotti) sia per quelli politici (la difesa di un minimo di pace sociale,
a sua volta necessaria dal punto di vista sia militare che produttivo). Spin-
gevano poi nella stessa direzione le relazioni esistenti tra gli ambienti in-
dustriali e finanziari tedeschi e italiani. <35l
Ed è difficile che nessun sentore di questi interessi giungesse a chi
pianificava le azioni di bombardamento sul paese, anche perché esisteva-
no precisi canali di collegamento che passavano attraverso la Svizzera.
Sull'altro versante, anche la nota circolare di Messe del 10 dicembre
1943, che ipotizzava una situazione - la possibilità di organizzare una
resistenza ai tedeschi centralmente, da Roma, indipendentemente dai par-
titi antifascisti - di fatto superata dagli avvenimenti, indicava però agli
industriali una linea di condotta poi in parte seguita. Il documento molto
praticamente ipotizzava il mantenimento di un certo livello di produzione
allo scopo di evitare gravi conseguenze per manodopera, impianti e mac-
chinari. Una opzione che di fatto corrispose in larga misura alle scelte adot-
tate, salvo il fatto che il gioco sarebbe stato condotto su tavoli diversi in
una misura che certo non si prestava a una rigida e ufficiale definizione:
''Nei riguardi delle industrie occorre evitare la collaborazione con il tedesco,
ed al tempo stesso tutelare popolazioni ed interessi economici italiani. Consigliare quindi
agli industriali di sabotare la produzione che interessa al tedesco, riducendo/a al
minimo, pur mantenendo al lavoro il maggior numero possibile di operai. In tal
caso sono meno giustificati bombardamenti e distruzioni di fabbriche, che porterebbe-
ro il passaggio delle maestranze al servizio de/lavoro tedesco; basteranno le interru-
zioni ferroviarie a impedire la utilizzazione o l'asportazione delle nostre industrie da
(34) M. Fini, Oligarchia elettrica e Resistenza di fronte al problema della difesa degli impianti.
Prime considerazioni sul caso della Società Edison, cit., p. 275 e p. 280.
(3 5) M. Fini, Oligarchia elettrica e Resistenza di fronte al problema della difesa degli impianti.
Prime considerazioni sul caso della Società Edison, cit.
II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd 498 07/03/16 15:21

