Page 499 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              produttive, mentre la missione Mattioli-Quintieri negli Stati Uniti (dal no-
              vembre  1944 al  marzo  1945) ebbe come  risultato  un  cospicuo  interesse
              del capitale americano per i possibili investimenti nella  ricostruzione del
              paese, i cui due punti di forza erano individuati nella manodopera specia-
              lizzata e nella  disponibilità di energia di origine idroelettrica a basso co-
              sto_04)  Motivazioni economiche e politiche così  si  sostenevano a vicenda,
              analogamente a quanto era avvenuto per i tedeschi, interessati alla conser-
              vazione dell'apparato industriale italiano sia per i vantaggi diretti (i  beni
              prodotti)  sia  per quelli  politici  (la  difesa  di  un  minimo  di  pace sociale,
              a sua volta necessaria dal punto di vista sia militare che produttivo). Spin-
              gevano poi nella  stessa direzione le  relazioni esistenti tra gli  ambienti in-
              dustriali  e  finanziari  tedeschi  e  italiani.  <35l
                   Ed è difficile  che  nessun  sentore  di  questi  interessi giungesse  a  chi
              pianificava le azioni di bombardamento sul paese, anche perché esisteva-
               no  precisi  canali  di  collegamento  che  passavano  attraverso  la  Svizzera.
                   Sull'altro versante, anche la  nota circolare di Messe del  10 dicembre
               1943,  che  ipotizzava  una situazione  - la  possibilità di  organizzare  una
               resistenza ai tedeschi centralmente, da Roma, indipendentemente dai par-
               titi  antifascisti - di  fatto  superata dagli  avvenimenti,  indicava  però  agli
               industriali una linea di condotta poi in parte seguita. Il documento molto
               praticamente ipotizzava il mantenimento di un certo livello di produzione
               allo scopo di evitare gravi conseguenze per manodopera, impianti e mac-
               chinari. Una opzione che di fatto corrispose in larga misura alle scelte adot-
               tate,  salvo il  fatto  che il gioco sarebbe stato condotto su tavoli diversi  in
               una misura che certo non si  prestava a una rigida e ufficiale definizione:
                   ''Nei riguardi delle  industrie occorre  evitare  la  collaborazione  con  il tedesco,
              ed al tempo stesso tutelare popolazioni ed interessi economici italiani.  Consigliare quindi
              agli  industriali di  sabotare  la produzione  che  interessa  al tedesco,  riducendo/a  al
               minimo,  pur  mantenendo  al lavoro  il maggior  numero possibile  di  operai.  In  tal
              caso sono meno giustificati bombardamenti e distruzioni di fabbriche, che porterebbe-
               ro  il passaggio delle  maestranze al servizio de/lavoro tedesco;  basteranno le interru-
               zioni ferroviarie a impedire la utilizzazione o l'asportazione delle nostre industrie da



               (34)  M.  Fini,  Oligarchia  elettrica e Resistenza di fronte  al problema della  difesa  degli  impianti.
                   Prime  considerazioni  sul caso  della  Società  Edison,  cit.,  p.  275  e  p.  280.
               (3 5)  M.  Fini,  Oligarchia elettrica e Resistenza di fronte  al problema della  difesa  degli  impianti.
                   Prime  considerazioni  sul caso  della  Società  Edison,  cit.








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