Page 496 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'INDUSTRIA ITALIANA AL SERVIZIO DEI TEDESCHI 495
"È ovvio che gioveranno per quest'opera accordi con dirigenti centrali e diri-
genti locali delle imprese che eserciscono gli impianti, sempreché si possa fare assegna-
mento su elementi non fascisti e non collaborazionisti. Anzi, non sembra in massima
possibile progettare ed attuare un piano di difesa, senza un preciso accordo con i
dirigenti locali che devono assicurare- tra l'altro - la tempestività delle informa-
zioni. Le imprese devono dare la collaborazione del personale tecnico addetto agli
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impianti, aiuto in mezzi di ogni genere''. < 9l
Quale fosse poi la rilevanza della questione si evince da numerosi
documenti del periodo relativi al movimento di liberazione - per esem-
pio anche Pizzoni sottolineò la grande importanza del salvataggio degli
impianti - <30) compresi quelli pubblicati negli Atti del Comando Generale
del Corpo Volontari della Libertà. (3!)
Giova segnalare a questo proposito non soltanto la continua sottoli-
neatura del tema, le indicazioni fornite relativamente all'ubicazione degli
impianti (non soltanto idroelettrici ma in generale industriali) ritenuti mi-
nacciati dai tedeschi, ma anche la preoccupazione di precisare, nel caso
fossero divenuti necessari, come si dovessero attuare eventuali sabotaggi.
In un documento dell'8 settembre 1944, relativo al "sabotaggio delle li-
nee elettriche", che efficacemente rappresenta questo tipo di preoccupa-
zione, si può così leggere:
"Nell'azione di sabotaggio dell'industria bellica tedesca e in particolare nei
sabotaggi alle linee elettriche si sono verificate e si verificano tuttora azioni che non
solo paralizzano la produzione ma intaccano il patrimonio nazionale. Bisogna evi-
tare le distruzioni che impediscano la riattivazione di impianti per parecchi mesi.
(29) Il testo, al termine del quale erano enumerati gli "impianti o gruppi d'impianti esistenti
in zone occupate dai partigiani, che il Comando scrivente ritiene di notevole interesse generale" ,
prescriveva inoltre: "Si elabori per ogni impianto o gruppo d'impianti un progettino operati-
vo che provveda collocazioni delle armi, tempi e modalità delle operazioni, servizi d'informa-
zioni e vigilanza, ecc. e contempli le varie ipotesi più plausibili (presidio interno da eliminare,
tentativo nemico con pochi uomini, operazione in forze)".
(30) Massimo de Leonardis, La Gran Bretagna e la Resistenza partigiana in Italia 1943-1945,
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1988.
(31) Giorgio Rochar (a cura di), Atti del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà
(gennaio 1944-aprile 1945), Milano, Angeli/Insmli, 1972 (cfr. l'indice per argo-
menti). Cfr., tra i tanti documenti disponibili, il promemoria (seguito da un elenco
delle centrali in ordine di importanza) diretto a Merzagora in Archivio Insmli, Car-
te Merzagora, b. 16, f. 2, relativo a due questioni attinenti l'industria elettrica, l'ap-
provvigionamento di macchine dalla Svizzera "per ricostruire gli impianti elettrici italiani
distrutti per causa di guerra'', e l'incremento della fornitura di energia dalla rete svizzera.
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