Page 578 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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missioni sui profitti di guerra. Essa costituiva uno speciale organo giuri-
sdizionale e contro le sue decisioni era dato ricorso a una Commissione
centrale, presieduta da un magistrato. Le decisioni di questa erano impu-
gnabili avanti le Sezioni Unite della Cassazione per difetto di giurisdi-
zione. I gravami potevano essere proposti sia dagli inquisiti sia dall'Alto
Commissario, il quale fin dall'inizio del procedimento poteva richiedere
al Presidente del Tribunale competente per territorio il sequestro conser-
vativo dei beni degli inquisiti.
Era disposta infine l'avocazione allo Stato di tutti i beni del partito
fascista e delle sue organizzazioni, soppresse con decreto del Governo Bado-
glio il 2 agosto 1943. La devoluzione era decisa dal Presidente del Consi-
glio, di concerto con i ministri competenti. L'esecuzione dei provvedimenti,
tutti di natura amministrativa era affidata al Ministero delle Finanze.
L'art. 8 del decreto legislativo n. 159 prevedeva la decadenza dalla
carica dei membri delle Assemblee legislative o di enti o istituti che con
i loro voti o atti avevano contribuito al mantenimento del regime fascista
ed a rendere possibile la guerra. Delle due camere legislative solo il Sena-
to, assemblea vitalizia di nomina regia sopravviveva. Come è noto, Mus-
solini nel 1938 aveva soppresso la Camera dei Deputati, sostituendola con
una Camera dei fasci e delle corporazioni composta dai federali e dai diri-
genti delle organizzazioni di partito e sindacali.
Una nuova Camera dei deputati, date le contingenze di guerra, non
poteva essere eletta e la funzione legislativa era esercitata in via sostitutiva
e di urgenza dal governo. Contro il Senato, ridotto a un collegio di vecchi
e inoperanti notabili, si abbatté la scure dell'Alto Commissario, il quale
chiese all'Alta Corte ed ottenne da questa la dichiarazione di decadenza
dei due terzi dei senatori. Si salvò solo una piccola minoranza e vi fu chi
fece rilevare che molti prosciolti avrebbero potuto rientrare nell'elenco degli
epurati.
Il primo processo celebrato dall'Alta Corte di giustizia fu quello a
carico dei generali Riccardo Pentimalli, comandante il XIX Corpo d'Ar-
mata ed Ettore del Tetto, comandante della difesa territoriale di Napoli.
Gli si faceva carico di non avere applicato la direttiva OP 44, diramata
dal Comando di Stato Maggiore Generale il 3 settembre 1944 e di essere
rimasti inattivi di fronte all'aggressione tedesca mentre combattevano di
loro iniziativa singoli reparti militari e gruppi di popolani.
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