Page 580 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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PRO BLEMI  DELLA  G IUSTIZ IA                                     579

                    Sorte ancora peggiore toccò a Cesare Rossi.  Costui era stato braccio
               destro del  duce nei  primi anni del  fascismo  ma ne era divenuto nemico
               personale dopo il delitto Matteotti per il conseguente palleggio di respon-
               sabilità. Aveva scritto un memoriale di accuse contro Mussolini, il quale
               lo fece catturare e condannare dal Tribunale speciale fascista a trent'anni
               di  reclusione  in  parte espiati.  Ma  ripristinata la  democrazia  fu  deferito
               al giudizio  dell'Alta  Corte.
                    Nell'arco di pochi anni. amnistie, indulti e successive assoluzioni po-
               sero  la  parola fine  all'originaria  ansia  collettiva  di  repressione.
                    Accadde ciò che è sempre accaduto nelle grandi crisi storiche. Espia-
               rono  coloro  che  furono  condannati  subito  e  talora  a  furore  di  popolo.
                    Oggi a distanza di mezzo secolo si deve obiettivamente constatare che
               il sistema sanzionatorio istituito in materia di "crimini fascisti"  e "colla-
               borazionisti" dal governo democratico, pur con le sue deroghe ad alcuni
               principi dottrinari in campo penale in quell'eccezionale momento storico
               si  mantenne nello schema dello Stato di diritto, con sufficiente tutela dei
               diritti  soggettivi  del  cittadino.
                    La pena di morte istituita con effetti retroattivi per i più gravi delitti
               fascisti,  il  rinnovo  dell'azione penale per delitti  rimasti  impuniti  o  non
               puniti adeguatamente per effetto degli arbitri di un regime totalitario, la
               punizione con la pena capitale dei più gravi atti di collaborazionismo che
               rientravano nelle fattispecie già previste dal codice militare di guerra, le
               sanzioni amministrative contro gli abusi commessi da coloro che avevano
               esercitato un'autorità dispotica trovano la loro giustificazione storico-politica
               nel  clima  morale  e  nelle  condizioni  psicologiche  del momento.
                    L'esasperazione per il disastro militare che aveva concluso una guer-
               ra non voluta dalla maggioranza degli italiani, l'orrore e lo sdegno provo-
               cati dalle stragi di cittadini pacifici ed inermi, dalle esecuzioni sommarie,
               dalle torture e dalle deportazioni eseguite dai tedeschi e dai loro collabo-
               ratori italiani furono  le  cause della generale  richiesta  di una  inesorabile
               condanna dei colpevoli. D'altronde questa istanza era comune a tutti i po-
               poli che avevano lottato contro le aggressioni dei Paesi guidati da governi
               totalitari e portò all'istituzione dei tribunali internazionali di Norimberga
               e  di Tokyo  per la  punizione dei  grandi  crimini  contro  l'umanità.


               Giustizia Civile

                    In Italia  ci  si  illuse,  più che  altrove,  di  frenare  con la  celebrazione
               di  regolari  processi la  ragion  fattasi,  ma  questa  prevalse.








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