Page 110 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               rete di rapporti con esponenti del Terzo Reich,  avvicinandosi in partico-
               lare  a  W olff.  (5 >
                    Mussolini, ormai convinto che l'ingombrante presenza dell'alleato ger-
               manico stava rappresentando un ostacolo ai suoi progetti politici, non po-
               teva  più  sopportare  una  permanenza  nel  governo  di  una  figura  tanto
               imbarazzante quanto  pericolosa  quale  quella  di  Buffarini-Guidi.<6>

                    Questa scelta sempre più marcatamente antitedesca del Duce sareb-
               be stata  ribadita  il  23  febbraio,  quando,  in  seguito  alla  morte avvenuta
               a Salò del conte Serafino Mazzolinì, Mussolini nominò quale nuovo sotto-
               segretario agli  Affari  Esteri  l'ambasciatore a  Berlino  Filippo Anfuso,  ri-
               chiamandolo  dalla  capitale  del  Reich.
                    La  nomina di  Zerbino a  nuovo titolare degli  Interni comportò una
               modifica - più formale  che  sostanziale, vista la  situazione di  emergenza
               - della  tutela  dell'ordine  pubblico. Il  28  febbraio,  pochi giorni  dopo la
               sua nomina, Zerbino inviò ai Capi delle Province una circolare che defi-
               niva le  nuove prerogative degli organi sottoposti. Il Capo della Provincia
               sarebbe stato il solo responsabile politico dell'ordine pubblico nell'ambito
               della  sua circoscrizione.  Il  Questore ne  sarebbe stato il  referente tecnico
               ed operativo. La Guardia Nazionale Repubblicana e il Servizio U.P.I. (Uf-
               ficio Politico Investigativo) avrebbero dipeso dal Questore e dal Capo della
               Provincia.  Nessun  altro  reparto  armato  avrebbe  potuto  eseguire  opera-
               zioni  di  polizia se  non  nei  casi eccezionali  in  cui tale servizio fosse  stato



               (5)  Frederick William Deakin, Storia della  Repubblica di Salò,  Einaudi, Torino,  1963, p.
                  733. Sospettando  l'imminente  rimozione,  Buffarini-Guidi  scrisse  all'inizio  di  gen·
                  naio 1945 una lunga lettera al Duce, che si concludeva con un'ultima disperata dife-
                  sa  del  proprio operato: "Per  quanto  riguarda  la  mia  azione  di governo si  è detto,
                  DUCE, che io avrei fatto una politica accomodante; ma se per politica accomodante
                  si  intende politica tendente a realizzare gli  equilibri indispensabili della  complessa
                  vita  di  un  Paese  come  il  nostro  in  un  periodo  eccezionale  e  forse  unico  della  sua
                  travagliata  storia,  mi  sento  fiero  ed onorato di  averla  potuta  realizzare e mi dolgo
                  solo di non avere potuto raggiungere in questa direzione i risultati che coloro i quali
                  hanno una responsabilità piena e cosciente di governo devono tendere a raggiunge-
                  re"  (Glauco  Buffarini-Guidi,  La  vera  verità,  Sugar,  Milano,  1970,  p.  144).
               (6)  " Ho  deciso  di  mandarlo via  perché è odiato da  tutti"  avrebbe  detto  Mussolini  in
                  merito alla sostituzione di Buffarini-Guidi "È odiato perfino più di me" (Marco In-
                  nocenti,  l  Gerarchi del fascismo, Mursia,  Milano,  1992, p.  170).  L'ex  Ministro degli
                  Interni aveva già risposto al Duce nella sopracitata lettera di gennaio: "Io sono odia-
                  to semplicemente ed esclusivamente per la mia fedeltà" Glauco Buffarini-Guidi, cit.,
                  p.  145.








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