Page 112 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               nuovo organo, il controllo sulla Confederazione Generale del Lavoro, del-
               la Tecnica e delle Arti, dalla quale sarebbe a sua volta dipeso il Servizio
               di collocamento dei lavoratori. Infine, venne creato,  nell'ambito del nuo-
               vo  Ministero, un Sottosegretariato per i Prezzi,  che avrebbe sostituito la
               presistente  Commissione Nazionale  del  Lavoro  e  dei  Prezzi.
                    Ridotto drasticamente nelle sue prerogative, il Ministero dell'Econo-
               mia corporativa fu  quindi trasformato in Ministero della  Produzione in-
               dustriale,  e  il  Ministero  dell'Agricoltura  e  Forestale  sarebbe  divenuto
               Ministero della Produzione Agricola e Forestale. Si  ribadiva dunque una
               consolidata consuetudine del Fascismo per cui le denominazioni - quelle
               altisonanti  denominazioni  con le  iniziali  maiuscole  - avrebbero dovuto
               racchiudere  in  sé  un indirizzo  programmatico e  financo  ideologico:  ab-
               bracciata con convinzione la  scelta  "neosocialista"  si  abbandonava defi-
               nitivamente  il  corporativismo,  adottando  un  termine,  produzione,  che
               richiamava alla mente uno dei sottotitoli originari del "Popolo d'ltalia".<9>

                    Dal gennaio Spinelli,  affiancato da Ugo Manunta iniziò una fase  di
               "socializzazione incondizionata". Se fino ad allora le applicazioni del de-
               creto del 12 febbraio 1944 erano state lente ed inefficaci, con la creazione
               di un Ministero ad hoc nel quale operavano i più convinti alfieri del prov-
               vedimento, si sarebbe proceduto più speditamente, respingendo qualsiasi
               compromesso. Il  22  gennaio venne socializzata la  Fiat;  il  1°  febbraio  fu
               la volta della Pirelli, della Snia Viscosa, della Marelli, delle Officine Savi-
               gliano, dei Lanifici Marzotto e Rossi; a questi seguì la socializzazione della
               Montecatini, della Falk e di numerose altre società. Il Ministro del Lavoro
               portò l'attacco fino al cuore del capitalismo Italiano. Il decreto legislativo
               del12 febbraio fu interpretato dai collaboratori di Spinelli in modo esten-
               sivo:  nelle società il capitale riconosciuto sarebbe stato soltanto quello uf-
               ficialmente conferito; i "capitalisti" avrebbero in tal modo perso ogni diritto
               sulle quote non ufficialmente comprese nel valore nominale delle azioni.
               Le aziende della Repubblica Sociale sarebbero diventate, agli occhi dei so-
               cializzatori,  delle  "cittadelle"  socialiste  autogestite  dai  lavoratori,  da  la-
               sciare  quale  ingombrante  eredità  agli  eventuali  e  sempre  più  probabili
               vincitori.



               (9)  Dopo la  prima denominazione  di  "quotidiano socialista"  il  giornale  di  Mussolini
                  -agli albori del Fascismo- si sarebbe chiamato "quotidiano dei combattenti e dei
                  produttori".








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