Page 202 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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194 EDUARDO DEL VECCHIO
privilegio di pochi ed in tale dimensione non poteva essere accettata. Non
rispondevano efficacemente alle esigenze spirituali della ricostruzione in
atto né il collettivismo che conteneva chiari germi di una uguaglianza pu-
ramente formale, ma nemmeno un capitalismo privo di regole. La chiesa
doveva in definitiva assumere compiti nuovi, salvare la società attraverso
la civiltà cristiana.
Altra tematica prevalente nelle preoccupazioni del clero era quella
più legata alle preoccupazioni della vita quotidiana determinate dai disa-
gi della guerra e dalle necessità della ricostruzione. La ricostruzione, i bom-
bardamenti delle città, le fughe dai grandi e piccoli centri urbani, la fame,
il disagio sociale, il pessimo rapporto delle popolazioni con i tedeschi al
nord, le repressioni che aumentano di intensità verso la fine del conflitto
nella Repubblica Sociale erano preoccupazioni giornaliere che condizio-
navano il magistero del clero. Si rilevava in questa dimensione, come fos-
se un canale prezioso la presenza dei cappellani militari cattolici nell'esercito
degli Stati Uniti. Essi, uniti alla presenza di emigrati italiani oculatamente
scelti per quei reparti destinati al fronte italiano, evidenziano le affinità
con quel paese che inoltre era l'unico che potesse alleviare, sia pure par-
zialmente, le sofferenze e i disagi delle popolazioni italiane che venivano
liberate dalla oppressione nazi-fascista. Il clero si mobilitava dunque per
il sostegno materiale dei più bisognosi: erano messi a disposizione gli edi-
fici religiosi, si moltiplicavano le già numerose condanne al mercato nero,
erano prese iniziative contro la dilagante disoccupazione, si concretizza-
vano interventi finanziari diretti del papa e della gerarchia, si ricreavano
le leghe e le casse rurali cattoliche, venivano alienati alcuni doni votivi,
si coordinavano gli aiuti provenienti dall'episcopato americano, si molti-
plicava il sostegno economico all'assistenza ramificata per ebrei, prigio-
nieri di guerra, renitenti alla leva, sbandati, fuggiaschi.
Spesso tuttavia le richieste di aiuti per la ricostruzione degli edifici
ecclesiastici e seminari, per la sopravvivenza del clero, per sostenere le par-
rocchie vicino al collasso per l'azione dei procuratori delle imposte diret-
te, le quali si affiancavano alle precedenti iniziative, non erano comprese,
e tantomeno accettate, dalle autorità degli Stati Uniti per la loro diversa
concezione dei rapporti tra chiesa e stato. Maggiormente comprensiva ri-
sultava in questo settore la Gran Bretagna.
Positivo e benefico si rivelava comunque soprattutto il fatto che al
momento dell'occupazione da parte degli alleati il clero rimaneva al suo
posto, si poneva come intermediario e cercava di favorire un trapasso dei
poteri privo di ulteriori disagi per le popolazioni.
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