Page 202 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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              privilegio di pochi ed in tale dimensione non poteva essere accettata. Non
              rispondevano efficacemente alle  esigenze spirituali della  ricostruzione in
              atto né il collettivismo che conteneva chiari germi di una uguaglianza pu-
              ramente formale,  ma nemmeno un capitalismo privo di regole. La chiesa
              doveva in definitiva assumere compiti nuovi, salvare la società attraverso
              la  civiltà  cristiana.
                   Altra  tematica  prevalente  nelle  preoccupazioni  del  clero  era  quella
              più legata alle preoccupazioni della vita quotidiana determinate dai disa-
              gi della guerra e dalle necessità della ricostruzione. La ricostruzione, i bom-
              bardamenti delle città, le fughe dai grandi e piccoli centri urbani, la fame,
              il disagio sociale,  il pessimo rapporto delle  popolazioni con i tedeschi al
              nord, le  repressioni che aumentano di intensità verso la fine del conflitto
              nella  Repubblica  Sociale erano preoccupazioni giornaliere  che  condizio-
              navano il magistero del clero. Si  rilevava in questa dimensione, come fos-
              se un canale prezioso la presenza dei cappellani militari cattolici nell'esercito
              degli Stati Uniti. Essi, uniti alla presenza di emigrati italiani oculatamente
              scelti  per quei  reparti destinati al fronte  italiano,  evidenziano le  affinità
              con quel paese che inoltre era l'unico che potesse alleviare,  sia pure par-
              zialmente, le  sofferenze e i disagi  delle  popolazioni italiane che venivano
              liberate dalla oppressione nazi-fascista.  Il clero si  mobilitava dunque per
              il sostegno materiale dei più bisognosi: erano messi a disposizione gli edi-
              fici  religiosi, si moltiplicavano le già numerose condanne al mercato nero,
              erano prese iniziative contro la  dilagante disoccupazione,  si  concretizza-
              vano interventi finanziari diretti del papa e della gerarchia, si ricreavano
              le  leghe  e le  casse  rurali  cattoliche,  venivano  alienati alcuni  doni votivi,
              si  coordinavano gli  aiuti provenienti dall'episcopato americano, si  molti-
              plicava il  sostegno  economico all'assistenza  ramificata  per ebrei,  prigio-
              nieri  di  guerra,  renitenti  alla  leva,  sbandati,  fuggiaschi.
                   Spesso tuttavia le  richieste di  aiuti  per la  ricostruzione degli  edifici
              ecclesiastici e seminari, per la sopravvivenza del clero, per sostenere le par-
              rocchie vicino al collasso per l'azione dei procuratori delle imposte diret-
              te, le quali si affiancavano alle precedenti iniziative, non erano comprese,
              e tantomeno accettate,  dalle autorità degli  Stati Uniti per la  loro  diversa
              concezione dei rapporti tra chiesa e stato. Maggiormente comprensiva ri-
              sultava  in  questo  settore  la  Gran  Bretagna.
                   Positivo e benefico si  rivelava  comunque soprattutto il  fatto  che al
              momento dell'occupazione da parte degli  alleati il  clero  rimaneva al  suo
              posto, si poneva come intermediario e cercava di favorire un trapasso dei
              poteri  privo  di  ulteriori  disagi  per  le  popolazioni.








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