Page 226 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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              cominciarono già mentre la  "Monterosa" era a Milano, ed aumentarono
              via  via  che  essa  si  trasferiva  a  Genova  e Chiavari  per  portarsi in  linea.
              A novembre, ufficiali del Nucleo I distaccato presso la  5a  Armata Ameri-
              cana,  segnalavano  al  SIM  che  alpini  della  "Monterosa"  continuavano a
              disertare in massa e ad affluire alle linee alleate.<6) Gli stessi disertori del-
              la "Monterosa" ebbero a dichiarare che gli organici della divisione si era-
              no  ridotti in modo pauroso (una compagnia sarebbe rimasta con soli  20
              uomini), con un morale bassissimo e nessuna voglia di combattere per al-
              cuna  causa.  Ad ostacolare le  diserzioni,  oltre alle  misure  di  repressione
              ed alla sorveglianza di ufficiali italiani e tedeschi, contribuiva l'insensato
              comportamento di alcune bande partigiane, che passavano per le armi in-
              distintamente tutti i disertori che catturavano. A dicembre, l'affluenza di
              disertori ancora si  manteneva su  ritmi di  20 uomini al giorno,  tanto da
              far  prevedere  al  SIM  che  la  divisione  sarebbe  stata  ritirata  dalla  linea.
                   Dai documenti  finora  esaminati  risulterebbe,  quindi,  che  la  massa
              degli italiani della R.S.I.  non abbia dato una spontanea adesione al rinato
              regime ed alla guerra; sembrerebbe, al  contrario, che essi  subirono e ac-
              cettarono la volontà di altri soltanto per timore e necessità.  Proseguire il
              conflitto e lottare con determinazione, quando non con ferocia, furono ca-
              ratteristiche che distinsero soltanto alcuni reparti speciali. È però da tener
              presente che tutti i reparti speciali,  di tutte le guerre, di tutte le  epoche,
              di tutte le nazioni, proprio perché elitarii, si distinguono per l' incondizio-
               nata adesione che danno all'atto bellico in sé,  fino a malintenderlo e a far
              degenerare lo scontro, a prescindere dall"'ideologia"  - o presunta tale -
              che  li  muove.
                   Neanche l'opera di propaganda poté nulla per motivare almeno i sol-
              dati repubblicani chiamati alle armi. Nonostante che il suo obiettivo mi-
               nimo dichiarato, dopo il  fallito  tentativo  di  ottenere consensi e adesioni
               in massa per la costituzione dell'esercito repubblicano, fosse quello di fare
               almeno  degli  arruolati  " nuovi  soldati  d'Italia  combattenti  convinti".< ?)
                   E nonostante il  massiccio  impiego  degli  strumenti  propagandistici,
               in particolar modo  dei  manifesti,  di  una  efficacia  apparentemente indi-
               scutibile, se teniamo conto dell'impatto psicologico che alcuni soggetti do-
               vettero avere sulla gente,  come quelli del Boccasile - gran persuasore -


               (6)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  I  3,  busta  182/4.
               (7)  A.U.S.S.M.E.,  fondo  I  l,  busta  27.








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