Page 276 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               senti: ma poi anche il ridottissimo seguito che si  riesce a racimolare nelle
              grandi fabbriche operaie. A Milano, sui 35 000 operai della Breda, Pirel-
               li, Falck e delle due Macelli, si inquadrano nelle SAP soltanto 1287 uomi-
               ni  che tuttavia si  dichiarano disponibili solo per la  difesa delle rispettive
               fabbriche,  ed al momento di un nebuloso  "bisogno".<9> Ma gli operai so-
               no una frazione della popolazione civile delle grandi città, che riceve dalla
               lotta  partigiana  notizie frammentarie e poco  persuasive.  Non appoggia,
               ed anzi diffida e teme delle squadre fasciste che battono le città, arroganti
               ed incapaci di comprendere qual diverso  partito potrebbero trarre dalle
               circostanze, in primo luogo i bombardamenti ed i mitragliamenti alleati,
               che inducono tutti gli  strati  sociali  milanesi  a sottoscrivere in un lampo
               il  "prestito Parini"  di  quattro  miliardi.

                   In realtà, l'unica guerriglia che notte dopo notte si combatte è quella
               cittadina, da parte delle minuscole Squadre "gappiste": i "colpi" sono spet-
               tacolari, ma i costi salgono tanto da scavare un solco fallimentare a termi-
               ni psicologici. Fino al punto che alcuni di essi non verranno mai rivendicati
               da alcuna formazione o individuo, quasi per un pentimento, che affligge
               anche gli  storici di  parte, i quali preferiscono sorvolare su questi antichi
               misteri. È il  caso,  per farne  uno  soltanto,  della  potente bomba che  uno
               sconosciuto depone di primo mattino dell'8 agosto  1944 sul sedile di un
               camioncino della "Wehrmacht" che un anziano maresciallo tedesco pilo-
               ta ogni giorno, carico di bidoni di latte fresco,  dalle campagne sino all'an-
              golo tra Piazzale Loreto e viale Abruzzi: qui sostano in attesa madri e padri
               coi neonati in braccio, dividendosi ordinatamente il latte, che è gratis, men-
               tre  il  maresciallo  se  ne  va  in  un  bar vicino.
                   Quando la bomba scoppia, uccide sei madri, quattro padri e cinque
               infami, ferendo più o meno gravemente decine d'altre persone. Lo spetta-
               colo è orribile, ed il Comando tedesco, benché nessun suo militare sia sta-
               to  toccato  dall'esplosione,  intima  a  quello  italiano  di  procedere  alla
               fucilazione  di  15  ostaggi. Sia  pure con  resistenze  dello  stesso  Mussolini,
               e con le dimissioni di Piero Parini, la tragica ritorsione è mandata in atto
               il  10  agosto,  nella  stessa  Piazza  Loreto.
                   È generalmente ignorato che il CLNAI (ma probabilmente solo il Par-
               tito Comunista) ordina il giorno successivo alle formazioni  di  montagna


               (9)  Per una dettagliata  analisi  della  insoddisfacente  situazione partigiana  nella  città di
                  Milano, ma anche nelle località di pianura della Brianza e del Pavese, vedi Luigi Bor-
                  gomaneri, "Due inverni, un'estate e la rossa primavera" , Franco Angeli Ed. Milano,
                  1985,  dal  quale  son  tratte  le  cifre  riferite.








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