Page 298 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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290 MASSIMO DE LEONARDIS
pende da noi. Bisogna chiederne conto a Mussolini e a Vittorio Emanuele
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III", fu l'evasiva risposta del "migliore".< 0 Due giorni dopo Agostino No-
vella affermò a nome del PCI "che il problema di Trieste" non era "attua-
le oggi" e veniva "agitato solo in funzione anticomunista e antidemocratica",
in un discorso al termine di una manifestazione comunista con bandiere
rosse, che si era contrapposta ad un'altra con bandiere tricolori (ornate
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dello scudo sabaudo) per l'italianità di Trieste.< >
È senz'altro corretto affermare che Togliatti non sostenne mai espli-
citamente l'annessione di Trieste alla Jugoslavia. Il PCI precisò successi-
vamente che il suo segretario aveva invitato ad accogliere gli jugoslavi da
"liberatori" così come aveva invitato ad accogliere allo stesso modo le truppe
anglo-americane a Milano e quelle francesi a Torino (se vi fossero entra-
te).<43> La spiegazione però non convince. Non solo perché un leader at-
tento come Togliatti non poteva non cogliere la differenza tra anglo-
americani, che non avevano mire territoriali, e jugoslavi, che avevano già
proclamato "l'annessione" pure di Trieste, ma anche perché il segretario
comunista, se difese l'italianità di Trieste e in parte della Venezia Giulia,
"non ne ha mai rivendicato però l'appartenenza statale all'Italia". Giusta-
mente sono state quindi rilevate "le contraddizioni e l'ambiguità del PCI
sul problema giuliano" e il fatto "che durante la resistenza il PCI ha se-
guito una coerente linea di continuità, non rispetto alle rivendicazioni na-
zionalistiche di ottenere Trieste e la Venezia Giulia, ma rispetto alle esigenze
della lotta di classe a livello nazionale e internazionale, applicando cioè
una politica 'comunista"'.<44)
Con l'occhio rivolto ai risultati elettorali a livello nazionale e alla po-
litica dell'URSS, le posizioni di Togliatti apparvero "intessute di reticenza
e di sottigliezze giuridiche", "frutto non di un sincero convincimento ma
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di una condizione di dipendenza dall'esterno". < > Non a caso quindi la
posizione del PCI, nel corso del 1946, evolse poi in senso meno filo-
jugoslavo, prendendo anche le distanze dal Partito Comunista della Vene-
(41) Cfr. R. D'agata, La questione di Trieste nella vita politica italiana dalla liberazione
al trattato di pace, in Storia e politica, a. IX, fase. IV, ottobre dicembre 1970, p. 654.
(42) Cfr. ibi, p. 654-55.
(43) Cfr. Fallante, art. cit., p. 500.
(44) /bi, p. 501-2.
(45) A. Gambino, Storia del dopoguerra, Dalla Liberazione al potere DC, Roma-Bari, 1978,
p. 239.
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