Page 301 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
P. 301

IL  PROBLEMA  DELLE  FRONTIERE  ORIENTALI                         293

               ze di Coceani con un bracciale tricolore, i comunisti del CEAIS (Comitato
               esecutivo antifascista italo-sloveno) col berretto con la stella rossa, e le for-
               mazioni del CLN, che esibivano un bracciale rosso con la coccarda trico-
               lore.  Qualche scontro vi  fu  tra uomini  del  CEAIS  e  del  CLN,  entrambi
               insorti il 30 aprile contro i tedeschi. All'arrivo delle truppe titine, il CLN
               diede loro  il  benvenuto e "consegnò" loro la città,  per vedere poi le  sue
               bande disarmate appena due ore dopo.< 52 > "Rimanemmo soli,  disperata-
               mente  soli",  esclamò  l'azionista  Giovanni  Pala di n  rievocando  nel  1946
               il drammatico  isolamento  degli  antifascisti  non  comunisti  a  Trieste.<53)


               L'azione  diplomatica italiana
                    In una situazione già gravemente compromessa dall'andamento delle
               operazioni militari la diplomazia italiana aveva di fronte a sé un compito
               quanto mai arduo. Che la situazione fosse  disperata fu percepito in ritar-
               do  dagli  italiani,  tenuti  all'oscuro,  loro  solo  "cobelligeranti" ,  delle  pro-
               messe,  dei contatti, delle trattative che erano intercorsi ed intercorrevano
               con i governanti jugoslavi,  monarchici prima, comunisti dopo,< 54 > comun-
               que sempre, loro sì, gratificati di un trattamento da "alleati". Gli avveni-
               menti dell'aprile-maggio 1945, con gli jugoslavi a Trieste, aprirono gli occhi.
                    Dal giugno 1944 al maggio 1945 la diplomazia italiana si era mossa
               su due piani; il primo, quello dell'urgenza immediata di ottenere assicura-
               zione che gli anglo-americani avrebbero occupato tutto il territorio del Regno
               d'Italia entro i confini del  1939 stabilendovi il proprio governo militare;
               il  secondo,  quello  di  cominciare a  valutare la  linea  da  tenere  in  sede di
               trattative di pace.  Riguardo alla questione più immediata il primo inter-
               vento fu  compiuto dal sottosegretario Visconti Venosta il  15  agosto  1944
               presso  il  vice-presidente  della  Commissione  Alleata  di  Controllo  (ACC)


               (52)  Cfr.  Coceani,  op.  cit., cap.  XXX-XXXII;  Pacor,  op. cit.,  p.  322.
               (53)  Discorso  alla  Consulta  Nazionale  cit.  in D'agata,  art.  cit.,  p.  650,  n.  22.
               (54)  Alla vigilia dell'attacco tedesco alla Jugoslavia, nel marzo 1941, sia inglesi (più aper-
                   tamente) che americani avevano espresso al governo di Belgrado la loro disponibi-
                   lità a sostenere una revisione a favore della Jugoslavia della sua frontiera con l'Italia,
                   come compenso  per la  sua  eventuale resistenza  all'aggressione  nazista. Gli  inglesi
                   chiarirono a Terranova, nell'agosto successivo, che quello era il loro unico " impe-
                   gno"  preso ad  attuare rettifiche  territoriali  (cfr.  Pupo,  La  rifondazione ...  cit.,  p.
                   73-76; A.  Breccia, Jugoslavia  1939-1941. Diplomazia della neutralità, Milano 1978,
                   p.  431-35; Dé Robertis, op.cit. , p.  13-19,  564-65); Churchill,  incontrando Tito a
                   Caserta nel 1944, gli aveva fatto una "promessa" di appoggio britannico all'annes-
                   sione  dell'lstria  (cfr.  ibi,  p.  165).








   III-VOLUME-SESTO-anno.indd   293                                                     22/03/16   09:45
   296   297   298   299   300   301   302   303   304   305   306