Page 308 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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300 MASSIMO DE LEONARDIS
e, nell'impossibilità di mutare il presente, occorreva non pregiudicare il
futuro, inimicandosi gli alleati vincitori. L'impotenza consigliava rasse-
gnaziOne.
Le richieste_ formulate da De Gasperi il 12 e il 21 giugno, volte a
tutelare gli italiani nella zona amministrata dagli jugoslavi, non furono ac-
colte; più volte il governo di Roma ritornò sull'argomento nei mesi seguenti,
denunciando le violenze contro gli italiani, che culminarono il 28 settem-
bre con i saccheggi compiuti a Capo d'Istria da bande slave provenienti
dalla campagna circostante, e l'organizzazione di "plebisciti farsa" per l'an-
nessione alla Jugoslavia. Nonostante il parere favorevole di Stone e Kirk
all'invio di ufficiali anglo-americani come osservatori nella zona occupata
dagli jugoslavi, nessuna misura fu presa.<77)
Cristallizzata la situazione dell'occupazione militare e chiusa la pa-
rentesi drammatica di maggio - giugno, si poteva ritornare a considerare
la linea da tenere in vista del trattato di pace. Palazzo Chigi aveva comin-
ciato a pensarvi fin dal giugno 1944 e nel suo ambito si erano manifestate
due tendenze, una più nazionalista, e scarsamente realista, l'altra più con-
scia della difficile posizione dell'Italia e quindi, ma non solo per questo,
maggiormente disposta a concessioni. Espressione estrema della prima li-
nea era l'Appunto del l O giugno del console Aldo Mazio per conto della
segreteria generale, già ricordato per il suggerimento di inviare a Trieste
forze armate italiane al momento della resa tedesca.< 78 l Il documento evi-
denziava l'importanza di superare le limitazioni armistiziali e di migliora-
re lo status di cobelligeranza per rafforzare la posizione diplomatica
dell'Italia, che altrimenti rischiava di trovarsi nella condizione di "vinta"
di fronte ad una 'Jugoslavia vincitrice" , e sottolineava il pericolo per il
nostro paese di "una Jugoslavia panslava e comunista", per la prevalenza
che vi avrebbero avuto croati e sloveni, rispetto ad una 'Jugoslavia pan-
serba". Ancora più vantaggiosa per l'Italia sarebbe stata forse la costitu-
zione di una confederazione tra Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia: una
tale "artificiale creazione" difficilmente avrebbe potuto avanzare diritti
su territori italiani. In realtà tale soluzione sarebbe stata dannosa per l'I-
talia, perché gli inglesi ritenevano che di tale confederazione mitteleuro-
(77) Cfr. Stone a De Gasperi, 30-7, 8-8, 12-10-45, De Gasperi alla presidenza del Con-
siglio, 2-10-45, De Gasperi aStone, 15-11-45, DDI, vol. II, cit., n. 370, 524, 597,
687; FRUS, 1945, vol. IV, cit., p. 1193-1219, The Conference ofBerlin (Potsdam)
1945, Washington, 1960, vol. II, p. 840-41.
(78) Cfr. Supra, n. 4.
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