Page 312 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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resistenza. Nella bozza di lettera con la quale Bonomi sollecitava, il 16
settembre 1944, l' instaurazione del governo militare alleato su tutta la Ve-
nezia Giulia secondo i confini del 1939, Prunas aveva inserito un capo-
verso per chiedere anche la restituzione all'amministrazione italiana di tutta
la regione appena cessate le esigenze belliche e ribadire che la frontiera
esistente era "il risultato della guerra democratica del '14-19 (sic)" e non
poteva essere facilmente modificata; ma Visconti Venosta eliminò tali ri-
ferimenti dal testo definitivo.<90) Sempre Prunas, parlando con Macmil-
lan all'inizio di febbraio, insisteva ancora sulla "integrità di principio del
territorio nazionale", (9l) sia pure come premessa a successive intese con
gli jugoslavi. In realtà forse la divergenza era più tattica che di sostanza:
a differenza di Visconti Venosta, Prunas riteneva probabilmente opportu-
no chiedere di più per precostituirsi un margine di manovra. Comunque
la posizione italiana, rinunciando a mercanteggiamenti tattici, era desti-
nata ad attestarsi ufficialmente sulla difesa della linea Wilson, indicata già
in aprile come soluzione accettabile da Bonomi e De Gasperi a Sir Noel
Charles, rappresentante diplomatico britannico a Roma. Curiosamente però,
nel consiglio dei ministri del 17 aprile il titolare di Palazzo Chigi ritenne
di poter affermare che "anche senza voler escludere eventuali rettifiche"
per la frontiera orientale non si doveva "pensare a spostamenti territoria-
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li importanti" rispetto al confine del 1939.<9 )
In marzo la Regia Marina, sollecitata dal ministero degli esteri, ave-
va preparato uno studio dal punto di vista strategico-marittimo della li-
nea Wilson, sostenendo la necessità di un suo spostamento a oriente,
esigenza condivisa dallo Stato Maggiore Generale. In sede di "Comitato
di difesa", riunito il23 agosto, si fronteggiarono due posizioni, quella dei
titolari dei dicasteri militari, ]acini, de Courten e Cevolotto, e del generale
Claudio Trezzani, Capo di Stato Maggiore Generale, favorevoli a impo-
stare le richieste italiane sul Trattato di Rapallo, per arretrare semmai gra-
datamente sulla linea Wilson, e quella di De Gasperi e del presidente del
consiglio Parri, convinti convenisse invece "aggrapparsi" subito alla linea
Wilson. La discussione era tardiva; già il giorno prima infatti De Gasperi
(90) Bonomi a Stone, 16-9-44, cit. supra, nota 55; cfr. Gaja, op. cit. , p. 76.
(91) Prunas a De Gasperi, 8-2-45 , cit., p. 73.
(92) Cfr. Dé Robertis, op. cit., p. 242; Pupo, La rifondazione ... , cit., p. 97; Governo Bono-
mi, cit., p. 584.
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